Svapare con l’olio: cosa va e cosa no?

Maria Novella De Luca
11 May 2024

Ormai chi consuma cannabis ha l'imbarazzo della scelta su un'immensa varietà di prodotti disponibili per inalare cannabinoidi, molti dei quali più discreti e pratici come lo svapo


Il mercato dei vaporizzatori infatti si è sbizarrito e sembra avere un futuro brillante con la crescita degli stati che stanno legalizzando sia negli Stati Uniti che in Europa. Un mercato variopinto che offre opzioni quasi infinite per consumare CBD e THC, ma che potrebbe facilmente creare confusione tra i consumatori.

Uno degli elementi più chiacchierati sul mercato sono gli oli, i liquidi che entrano nel vaporizzatore a penna e diventano vapore. Sicuramente entrando in un dispensario vi sarete imbattuti in pareti piene di e-liquid o vape juice e cartucce, e avrete pensato: che differenza c'è? Come sceglierli? A cosa fare attenzione?

Quindi, prima di andare avanti e comprendere quanto lo svapo sia una pratica sicura o meno, chiariamo la differenza tra E-liquid e Cartucce Vape.

Vape Juice/E-Liquid

Sono formule che contengono nicotina e altri aromi e solitamente non si utilizzano per vaporizzare cannabis. Ma alcuni innovatori nel settore cannabico hanno creato degli e-liquid che contengono alti livelli di THC, CBD ed altri composti fitochimici della pianta dell'erba. Questi prodotti presentano una base di additivi non tossici che costituiscono il grosso della formula, oltre ad aromi ed altri additivi che rendono unico ciascuno di essi.

Cartucce Vape

Le cartucce vape contengono olio di cannabis, ricavato da piante di canapa o di cannabis. Le cartucce di alta qualità al THC o CBD solitamente vengono prodotte utilizzando l'estrazione alla CO₂, che estrae i cannabinoidi e i terpeni separandoli dalle molecole indesiderate. Le cartucce per vaporizzatore si trovano tipicamente in dispensari e club cannabici specializzati, e sono disponibili in entrambe le opzioni, al CBD e al THC.

 

Anche tra i vaporizzatori la scelta non è semplice in quanto ne esistono centinaia di modelli particolari, ciascuno dei quali offre differenti vantaggi ed inconvenienti, alcuni funzionano solamente con fiori secchi, ed altri sono progettati per specifici tipi di estratti.

I vaporizzatori per vape juice o e-liquidi sono dotati di un ampio vano ricaricabile, riscaldato tramite una batteria. I modelli compatibili con le cartucce hanno spesso la forma di penne portatili, e consentono di passare facilmente dalle cartucce precaricate a quelle preparate in casa.

I produttori aggiungono additivi nelle formule per vaporizzazione, in modo da diluire i prodotti e dar loro sostanza. Sono due gli additivi principali, che contribuiscono a produrre grosse nuvole di vapore, boccate più morbide e aggiungono anche un tocco di aroma: il Glicole Propilenico (PG) e la Glicerina Vegetale (VG)

Glicole Propilenico (PG) : è un prodotto non tossico che funge da base per molti tipi di liquidi per vaporizzatore. Quest'additivo non ha colore né odore, e permette al gusto dei terpeni di emergere davvero. Veicola l'aroma in maniera più efficace rispetto alle alternative, ma risulta leggermente più ruvido per la gola.

Glicerina Vegetale (VG): la VG ha un gusto più dolce e crea nuvole di vapore più dense. Questo prodotto naturale offre boccate morbide e un gusto che completa certi profili di terpeni. Alcuni fabbricanti mischiano VG e PG per ridurre leggermente la densità e rendere queste formule più facili da vaporizzare.

Alcune cartucce per vape, invece, non contengono alcun additivo. Esistono, infatti, prodotti distillati ed estratti a spettro completo che possono raggiungere una consistenza vaporizzabile senza dover essere tagliati con agenti diluenti. Fabbricanti di alta gamma si pregiano di impiegare nei loro prodotti questi estratti di cannabinoidi puri. Come potete immaginare, queste cartucce vantano contenuti eccezionali di THC e CBD, solitamente di più rispetto agli oli per vaporizzatore al THC e al CBD. Alcuni produttori di cartucce optano per aggiungere piccole quantità di VG o PG nelle loro formule per diluirle, di conseguenza rendendone più accessibile il costo e riducendone la potenza.

Detto questo però, c'è anche da sottolineare una certa preoccupazione sull’utilizzo sempre più massivo di questi vaporizzatori, legato a gravi casi di polmonite o altre malattie polmonari ritenute direttamente collegate allo svapo anche se ancora non si è riusciti a individuare la causa esatta.

Sotto osservazione sembrano esserci proprio solventi come il glicole propilenico e la glicerina vegetale, insieme ad altre componenti come gli edulcoranti tra cui il sucralosio e l'etilmaltolo.

Tutti questi ingredienti – solventi, dolcificanti e aromi – sono considerati “generalmente riconosciuti come sicuri” dalla Food and Drug Administration. Ma ciò si riferisce solo al momento in cui tali composti vengono consumati come cibo. Gli ingredienti assumono proprietà diverse quando vengono riscaldati in un aerosol e si sa purtroppo ancora poco sugli effetti che questi ingredienti hanno sul corpo umano quando vengono inalati.

Alcuni studi hanno dimostrato che respirare glicole propilenico aerosolizzato può contribuire all'asma. E un caso clinico del 2012 ha coinvolto una donna che ha sviluppato una condizione chiamata polmonite lipoide esogena dopo aver svapato per circa sei mesi. I medici hanno detto che i solventi a base di olio della sua sigaretta elettronica erano la probabile causa e che le sue condizioni sono migliorate quando ha smesso di svapare.

Secondo un altro  studio pubblicato sulla rivista Chemical Research in Toxicology, il sucralosio si decompone e forma composti cancerogeni quando viene riscaldato alle temperature tipiche delle sigarette elettroniche e dei vaporizzatori.

E poi, ancora un'altra preoccupazione è legata ai metalli che compongono le bobine che riscaldano il liquido. Sembrerebbe infatti, che queste bobine metalliche possono essere composte da una varietà di sostanze, tra cui una lega di ferro, cromo e alluminio chiamata kanthal, o una combinazione di nichel e cromo.

Uno studio della Johns Hopkins University pubblicato nel 2018 ha rilevato che questi metalli penetrano nell’aerosol dello svapo a livelli pericolosi. "I nostri risultati si aggiungono alle prove esistenti che le sigarette elettroniche sono una fonte rilevante di esposizione a un’ampia varietà di metalli tossici tra cui Cr, Ni e Pb, nonché a metalli essenziali che sono potenzialmente tossici per inalazione come Mn e Zn. Le concentrazioni di metalli nell'e-liquid del dispenser originale sono aumentate notevolmente nello stesso e-liquid dopo che è stato aggiunto al dispositivo e messo a contatto con la bobina di riscaldamento, sia nell'aerosol generato che nel liquido rimasto nel serbatoio. Questi risultati supportano l'ipotesi che i metalli vengano trasferiti dal dispositivo (molto probabilmente la bobina) all'e-liquid e dall'e-liquid all'aerosol che viene inalato dall'utente. A causa della potenziale tossicità derivante dall’esposizione cronica ai metalli negli aerosol delle sigarette elettroniche, sono necessarie ulteriori ricerche per quantificare con maggiore precisione le esposizioni ai metalli derivanti dall’uso delle sigarette elettroniche e le loro implicazioni per la salute umana e per supportare gli standard normativi per proteggere la salute pubblica." 

Quindi lo svapo non sarà l’alternativa assoluta che sostituirà la cara e vecchia canna? A quanto pare non si può ancora dire ma la strada giusta da seguire, secondo noi, è sempre quella della consapevolezza e della continua informazione. Soprattutto è sempre bene ricordare a noi stessi che qualsiasi cosa entra nei polmoni, che sia vapore o fumo, potrebbe causare danni. 

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