11 Settembre: l'albero sopravvissuto simbolo di speranza

Maria Novella De Luca
10 Sep 2021

Ci sono date che diventano simboli e s’imprimono nella memoria collettiva, l'11 settembre è una di queste.  Venti anni fa, esattamente in questo giorno di Settembre, il mondo assisteva inerme all’orrore e questa data diventava per il mondo intero una data indimenticabile. A 20 anni dalla strage, nel giorno della commemorazione di quel terrificante evento che ha visto le Twin Towers di New York crollare in seguito a un attentato terroristico, e più di 2.800 persone morire, vogliamo rendere omaggio alla memoria con una storia simbolo di resistenza e speranza.


 

Vogliamo ricordare insieme a voi la storia di un albero, un albero sopravvissuto alle macerie, un albero che ancora oggi, sebbene sia piantato in mezzo a oltre 400 esemplari di quercia bianca, esattamente nel luogo dove sorgevano le torri gemelle, è l’albero più fotografato.

E’ il “Survivor Tree”, l'albero sopravvissuto, circondato da un recinto, con supporti che ne sorreggono il tronco e i rami che non nascondono le ferite di quel maledetto giorno. Diventato il simbolo della resistenza dell’animo umano, di speranza. 

Era trascorso oltre un mese dagli attacchi alle Torri Gemelle quando dalle macerie fumanti del World Trade Center spuntò un’inaspettata forma di vita. Era un gigantesco albero da frutto, un pero alto otto metri, piantato nel 1970 nei pressi di Church Street. Aveva il tronco bruciato, i rami spezzati e in larga parte carbonizzati ma non era ancora morto. L'albero fu affidato alle cure del Dipartimento dei parchi e delle attività ricreative della città di New York, nel Bronx e fu  rimesso in salute. Rimasto lì per 9 anni, crebbe fino a raggiungere un’altezza di circa trenta metri e alla vigilia di Natale del 2010 fu riportato nel suo luogo d’origine per essere trapiantato nel cuore del Memoriale dell’11 Settembre.

Quando l’albero fu piantato al Memoriale, il sindaco di New York dell'epoca, Micheal Bloomberg, commentò: "Il Survivor Tree è una testimonianza della nostra capacità di resistere, il simbolo della nostra fiducia incrollabile in un futuro più luminoso”.
Nemmeno l’uragano Irene – passato su New York nell’agosto 2011 – è riuscito a sradicare il pero, dandogli ulteriore risonanza mediatica e permettendogli così di acquistare nuova popolarità e importanza emblematica.

Oggi questo magnifico albero si erge ancora tra gli altri alberi come ricordo vivente di resilienza, sopravvivenza e speranza.

Nel 2013, il Memoriale e Museo dell'11 Settembre in collaborazione con Bartlett Tree Experts di Stamford e John Bowne High School nel quartiere Flushing, nel Queens, ha lanciato il “Survivor Tree Seedling Program”, impegnandosi a coltivare questi alberi per fungere da punti di riferimento che simboleggiano la resilienza e la speranza.

Ogni anno, il Memoriale dell'11 settembre regala piantine nate dai frutti dell’unica pianta sopravvissuta a tre comunità che hanno subito tragedie negli ultimi anni. Le piantine sono state donate a Parkland, in Florida, dove un uomo armato ha ucciso 17 persone nel febbraio 2018, inclusi studenti e membri dello staff; alla Marjory Stoneman Douglas High School a Londra in memoria di coloro che hanno perso la vita, e a nome delle persone in lutto, dei sopravvissuti e di tutte le persone colpite dal tragico incendio della Grenfell Tower; a Porto Rico, dopo che il catastrofico uragano Maria ha lasciato sulla sua scia circa 2.975 persone morte.

Lo scorso anno sono state donate piantine alle Bahamas, devastate dall'uragano Dorian, che ha ucciso 70 persone, a Christchurch, in Nuova Zelanda, luogo di una sparatoria di massa, che ha ucciso 51 persone.

Sono state donate anche a cinque ospedali nei cinque distretti di New York City in onore degli operatori sanitari che hanno risposto alla crisi sanitaria.

Oggi questo fantastico albero di pero è diventato una delle parti fondamentali del Memorial – aperto ufficialmente l’11 settembre 2011.

Solo conoscendone la storia si può capire perché vederlo fiorire, per i newyorkesi sia qualcosa di più che un segno del cambio di stagione.

E  per noi, ricordarlo oggi, è un dovere e un omaggio, per non dimenticare la sofferenza che quel tragico evento ha lasciato dietro di se, per tenere vivo il ricordo delle vittime e trovare la speranza anche tra le macerie.

 

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Maria Novella De Luca