Canapa medica. Una legge mal scritta

Soft Secrets
10 Jun 2012

Una legge mal scritta sulla cannabis medica. Pazienti in piazza a Roma


una legge mal scritta sulla cannabis medica. Pazienti in piazza a Roma

Ciao, innanzitutto grazie agli immancabili radicali per aver organizzato questo incontro; sarò sintetico: mi chiamo Andrea Trisciuoglio  e ho 34 anni. Da alcuni anni ho la sclerosi multipla, una malattia che mi ha creato alcune disabilità. Dopo aver utilizzato i farmaci tradizionali oggi in commercio iniziavo purtroppo ad avere troppi effetti collaterali. Le oltre 300 punture di interferone mi fecero diventare agofobico. Iniziai a guardare oltreconfine come si cura il paziente con sclerosi multipla. Fu allora che iniziai a vedere che ovunque si utilizza la canapa (con ottimi risultati proprio sulla SM). Vista la bassissima incidenza di effetti collaterali (molti farmaci che, purtroppo anche io facevo, annoverano fra gli effetti collaterali la morte….. ma la morte non è un effetto collaterale), decisi di trattare la mia malattia con la canapa… ma come si fa? Conobbi anche alcune realtà in Italia di medici e pazienti che si occupano di canapa medicinale… era semplice: dovevo solo trovare un medico che mi prescrivesse il farmaco, convincere il comitato etico dell’ospedale, il primario del reparto, il direttore sanitario, l’ufficio patrimonio e la farmacia. E alla fine il tuo diritto alla salute era accompagnato da una fattura di 600 euro per i 3 mesi di trattamento.  Iniziai con l’associazione Luca Coscioni a informare i cittadini malati che tentano di orientarsi nel caotico mondo italiano della cannabis terapeutica. Spieghiamo loro come in Italia sia possibile superare burocrazia e ignoranza per vedersi riconosciuto il diritto alla salute.
Ma non potevo non curare la mia sclerosi multipla. Si trova in strada la cannabis mi dicevano, come la stragrande maggioranza  di pazienti la provai e subito ne trovai i benefici. Ma certa gente non la voglio neanche conoscere. E non voglio dare i miei soldi a certa gente. Ci sono due modi per avere la canapa: o la coltivi o fai tutto quell’iter allucinante che vi dicevo prima. Solo che con la prima sei illegale…. Ma son disabile e non lavoro…. Dove li trovo 600 euro? Un seme mi costa 2 euro e mi da la stessa quantità per 3 mesi……. Ma mi son sempre battuto per la legalità e cominciai a convincere la varie strutture sanitarie di quanto fosse anche più economico il Bedrocan (nome commerciale del  farmaco cannabinoide). Bastò un semplice calcolo economico: il farmaco che facevo si chiamava Tysabri (natalizumab) e costava alle casse del SSR 3mila euro al mese. Il Bedrocan costa 48 euro…. Non è solo il buonismo verso il malato che chiede ma è proprio buon senso. Fui convincente e da 4 anni assumo regolarmente la cannabis che il mio ospedale in Puglia mi da.
Ma c’è un problema:  a nulla servì il mio prendere legalmente la cannabis; il 29 giugno 2010 una pattuglia di carabinieri perquisiva la mia abitazione per aver comprato on-line semi di canapa. Cercavano droga ma trovarono solo flaconi finiti di bedrocan…  ma se i carabinieri non hanno trovato nulla è solo perché ero l’unico paziente in Puglia ad avere legalmente la canapa. Ma se fossi stato uno dei tantissimi altri che non ce l’hanno fatta, la vicenda avrebbe preso tutt’altra piega.
E sono venuti dopo avermi iscritto nel registro degli indagati per l’Art. 73 della legge Fini-Giovanardi. Vado a leggere cos’è questo art. 73 e vedo che parla di spaccio… esiste la presunzione di reato: compri semi, ergo coltivi, ergo spacci. Il riscontro – popolare, mediatico e perfino politico – che questa assurda vicenda creò, mi fece comprendere ancor di più quanto fosse necessario fermare la follia del proibizionismo. Non si può prevedere per nessuno la criminalizzazione per chi utilizza la canapa per il proprio benessere. E’ ancora più infame quando si va a criminalizzare un malato che magari ha già altri 100mila pensieri causati dalla propria patologia e non può vedersi piombare la mattina all’alba 5 carabinieri in casa. Facile come fece Giovanardi alzare il telefono e chiamarmi per esprimere solidarietà. Dal 29 giugno 2010 (data della perquisizione) vedo molto meno quello splendido sorriso che m’ha fatto innamorare sul viso di mia moglie. Perché sono entrati prepotentemente nella nostra vita. Sono stati gentilissimi, è pur vero ma dovevano fare il loro lavoro e cercavano ovunque piante di canapa (addirittura nelle federe del cuscino di mio figlio neonato)…. Ho ancora in testa la voce del bambino (8 mesi all’epoca) che chiamava “papà” quando i carabinieri mi portarono in caserma per verbalizzare il tutto. Da quel 29 giugno ho ribadito più volte il mio “mai più”…….. ed è questo ciò che noi non chiediamo ma pretendiamo dalla politica Una riforma non urgente ma IMMEDIATA della legge Fini-Giovanardi.
Parafrasando un motto della Coscioni, abbiamo portato il nostro corpo malato al cuore della politica. Concludo ricordando solo una cosa: son trascorsi oramai 6 anni dalla modifica della legge sulle droghe, che ha parificato tutte le sostanze in un’unica tabella. Per un paziente che utilizza canapa per curare la propria patologia non è assolutamente bello leggere i Giovanardi e i Serpelloni  che affermano che ciò con cui mi curo mi provocherà buchi nel cervello e sarà l’anticamera delle droghe pesanti. Questo è terrorismo psicologico. Come si fa a parificare il mio farmaco a sostanze come l’eroina, la cocaina o altre?
A chi diffonde queste notizie (e mi riferisco al dr. Serpelloni) chiedo la rimozione dal ruolo che copre come responsabile DPA (Dipartimento Politiche Antidroga)…. Ai vari Lepanto, Militia Christi e altri che hanno organizzato gruppi di preghiera per chiedere di non far utilizzare questi farmaci cannabinoidi li invito (se proprio vogliono pregare) a farlo per altro.
Da difensore dei diritti civili e seguace della nonviolenza, cito il Mahatma Gandhi: “La disobbedienza civile diviene un dovere sacro quando lo Stato diviene dispotico o, il che è la stessa cosa, corrotto. E un cittadino che scende a patti con un simile Stato è partecipe della sua corruzione e del suo dispotismo.”
E’ proprio per questo che lunedì 18 (giugno)un gruppo di pazienti, medici e politici, sarà alla Camera dei Deputati per modificare una legge mal scritta.








Andrea Trisciuoglio
presidente Associazione Luca Coscioni, sez. Foggia

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