Cannabis medica, Umbria ritardi inaccettabili

Exitable
13 Feb 2015

La denuncia di un consigliere regionale umbro


La denuncia di un consigliere regionale umbro

«Oltre sei mesi di ritardo non sono accettabili quando si tratta della salute dei cittadini. Di chi sono le responsabilità? Chiediamo che la Giunta nomini subito il Comitato tecnico-scientifico che deve definire i protocolli attuativi della legge regionale sulla somministrazione ad uso terapeutico dei farmaci cannabinoidi. Centinaia di cittadini e famiglie chiedono da mesi l'applicazione della legge, in modo da poter trovare un sollievo alle malattie croniche che sono costretti a vivere ogni giorno. Un ritardo di oltre sei mesi è inaccettabile, ancora di più se si tratta della salute dei cittadini». Con queste parole Oliviero Dottorini, presidente di Umbria migliore e consigliere regionale, annuncia di aver presentato un'interrogazione urgente alla Giunta regionale per conoscere i motivi del ritardo nell'applicazione della legge regionale n. 7 del 2014 sulla somministrazione a uso terapeutico dei farmaci cannabinoidi.

La nota «La legge è chiara - continua Dottorini - e dice che entro 60 giorni dall'entrata in vigore dell'articolato, con decreto del presidente della Giunta regionale, doveva essere istituito il comitato tecnico-scientifico che ha tra le sue prerogative la definizione dei protocolli attuativi della legge. Il provvedimento risulta particolarmente utile per tutti quei cittadini affetti da malattie croniche che richiedono trattamenti terapeutici in grado di alleviare il dolore, facendo leva sulle proprietà analgesiche, sedative e miorilassanti dei cannabinoidi. In particolare è utile ricordare che il Sativex è indicato come trattamento per alleviare i sintomi in pazienti adulti affetti da spasticità dovuta alla sclerosi multipla che non hanno manifestato una risposta adeguata ad altri medicinali antispastici e che il Bedrocan o Bediol è utile nella terapia della sclerosi multipla, nell'inappetenza da chemioterapia o Hiv e nel trattamento del dolore. Risulta quindi inaccettabile il ritardo nella nomina del comitato tecnico-scientifico, indispensabile alla piena attuazione della legge. Oltretutto in Italia esiste dal 2007 una tabella ministeriale che consente la prescrizione con ricetta medica di diversi derivati della cannabis dalle riconosciute proprietà terapeutiche, ma non essendo supportata da protocolli attuativi regionali, i pazienti sono praticamente impossibilitati ad accedere ai farmaci».

Pregiudizi culturali «A ostacolare il via libera ai farmaci cannabinoidi - conclude Dottorini - non sono soltanto ordinarie lentezze amministrative, ma anche pregiudizi culturali e pratiche burocratiche farraginose. Eppure di fronte alla possibilità di alleviare la sofferenza di tante persone sta venendo meno anche quel pregiudizio sociale che in passato si è focalizzato sull'aspetto stupefacente della sostanza e non su quello terapeutico. Per questo risulta ancora più incomprensibile il ritardo accumulato e sarà importante conoscerne le responsabilità».

 

Fonte: umbria24

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