Cannabis medicinale: dalle società antiche agli utilizzi contemporanei

Exitable
08 Jul 2015

Una storia medica. Parte I


Una storia medica. Parte I

La Cannabis è stata usata dai tempi più antichi per una miriade di usi, e quello medicinale è testimoniato da ritrovamenti archeologici e da documentazioni scritte per un gran numero di problemi, problemi che trovano nelle più recenti scoperte ancora la Cannabis come possibile, a volte indispensabile aiuto.

I più antichi trattati di medicina, così come i più antichi libri sacri della Cina, dell’India, della Mesopotamia, dell’Egitto, della Grecia, di Roma, del Medio Oriente, citano spesso la Cannabis per utilizzi specifici; e i riferimenti agli utilizzi religiosi, a quelli medicinali e all’uso alimentare sono spesso relazionati, sia per preparati psicoattivi sia per l’uso di semi/olio di semi.

La civiltà dei Babilonesi fu la prima a svilupparsi nel mondo "occidentale". Nel loro libro sacro, lo Zend-Avesta, il mondo è governato da un principio del bene (Ahura Mazda, Ohrmazd) ed uno del male (Ahriman). Dopo che Ohrmazd creò il cielo, la terra e la creature viventi, Ahriman portò tutte le cose nocive: pestilenze, cattiveria, dolore, desiderio cieco, necessità, disagi, bisogno, rabbia, malattie, vizi, letargia... allora Ohrmaz "diede la salutare Cannabis, che è chiamata banj (bhang in sanscrito) a Gav perché la mangiasse, e la soffregò davanti ai suoi occhi, così che il suo sconforto, dovuto ai colpi, al peccato e alle offese, potesse diminuire...". Stando a quanto afferma il dottor Thrita nel suo Electronomicon, early diffusion and folk uses of hemp, nello Zend-Avesta la Cannabis occupa il primo posto in una lista di circa 10000 piante medicinali.

In Cina l’utilizzo di Cannabis come medicina è datato almeno diverse migliaia di anni, da racconti leggendari e fiabe, come quella della scoperta dei poteri di guarigione della pianta osservando il suo uso per curarsi dalle ferite da parte di serpenti (in molte parti dell’Asia i serpenti sono oggetto di culto e ritenuti una razza che dominava la terra prima dell’uomo).

Le pratiche sciamaniche e quelle di cura nell’antica Cina sono spesso le stesse, e l’uso di Cannabis comprende entrambe. In Cina da sempre l’essere euforici non è considerato un comportamento “conveniente” e quindi l’utilizzo di Cannabis psicoattiva al di fuori di un contesto di cura non è mai stato considerato accettabile. D’altra parte l’alimentazione in Asia, come in altre parti del mondo, è sempre stata considerata come base per una buona salute e gli utilizzi alimentari e quelli medici si sono sempre intrecciati.

Il più antico testo medico, Shen Nung Pen Ts’ao Ching, attribuito al mitico imperatore Shen Nung, che visse probabilmente fra il 3494 ed il 2857 a.C. cita la Cannabis come una delle medicine di “prima classe” (la prima è il ginseng), non considerate tossiche o dannose, indipendentemente dalla dose utilizzata. Queste piante venivano usate per migliorare il respiro e prolungare la vita. Una preparazione di Cannabis fatta utilizzando le cime fiorite delle piante femmine, “Ma fen”, polvere di Cannabis (hashish?), era ritenuta possedere il massimo ammontare di energia yin (energia ricettiva femminile, opposta a yang, energia creativa maschile). “Ma fen” veniva dunque prescritta in caso di perdita di energia yin: dolori mestruali, reumatismi, malaria, beri-beri, costipazione e problemi mentali.

Il Pen Ts’ao Ching dice però che se viene ingerita troppa Cannabis si vedono i demoni, ma se assunta per un lungo periodo rende il corpo luminoso e permette di comunicare con gli spiriti.

Durante il secondo secolo d.C., il famoso chirurgo Hua Tuo operava senza dolore usando un anestetico chiamato “ma you”, letteralmente “olio di canapa” (parola usata oggi per indicare però l’olio di sesamo) che si pensa fosse composto da resina di Cannabis, datura e vino.

Il carattere “Ma” in cinese significa “numeroso”, “caotico”, riferendosi alla natura delle fibre della Cannabis, ma anche “intorpidito”, “privo di sensi”, riferendosi alle proprietà della resina delle infiorescenze.

Nel Wu Pu Pen T’sao (erbario di Wu Pu, discepolo di Hua Tuo) si fa una chiara distinzione fra la resina “Ma fen” (ritenuta intossicante) e i semi, non tossici. I medici tradizionali, in Cina prescrivono ancora oggi i semi di canapa per la cura dei problemi del tratto digestivo: alta quantità di fibre, la capacità di nutrire gli anziani e chi non è in grado di ingerire sufficienti quantità di cibo, alto livello di proteine facilmente assimilabili (edestina e albumina), alti livelli di aminoacidi e acidi grassi essenziali, rendono i semi di canapa un alimento/medicina prezioso. I semi di Cannabis sono ancora oggi largamente usati come cibo, e in pratiche cliniche per facilitare il parto, promuovere l’allattamento, come diuretici e contro la stitichezza, per curare il prolasso uterino.

Durante la dinastia Tang (618-907) canapa polverizzata e mescolata con vino di riso era raccomandata per diversi problemi, dalla costipazione alla perdita di capelli. Nel Wu Lei Hsiang Kan Chih (Su Shih, 980 d.C.) si dice che le foglie di Cannabis, bruciate, allontanano le zanzare, pratica efficace per limitare la malaria e le malattie portate dagli insetti

Nel Cheng Lei Pen T’sao (di Tang Shen-wei, 1108 d.C.), li “Ma fen” è detto avere un gusto speziato, ed è usato per curare malattie e ferite, ripulire il sangue e raffreddare la temperatura interna, cura la dissenteria, i reumatismi e fa uscire il pus.

In Giappone, la Cannabis, “tai ma asa”, è considerata una “samso”, insieme al falso zafferano (cartamo) e all’indigofera tinctoria le tre piante che simboleggiano una lunga vita. I dottori tradizionali utilizzarono numerose preparazioni di Cannabis (asashijingan) per diverse indicazioni: come lassativo, contro l’asma, contro morsi/punture velenosi, contro i vermi intestinali, per le affezioni della pelle e come tonico generale per promuovere vigore.

In India troviamo riferimenti sull’utilizzo della Cannabis nei testi più antichi esistenti: i Veda, la cui datazione certa si perde nella notte dei tempi. In India la Cannabis è una pianta sacra, una divinità stessa, esistono riti per la Cannabis, e una pianta sacra è efficace per tutti i mali.

Nell’Atharva Veda (almeno 1600 a.C., ma trascritto da documenti più antichi) la Cannabis toglie l’ansia. Nell’Ayur Veda, la scienza della medicina, un gran numero di testi medici raccomandano la Cannabis per un gran numero di problemi di salute: Sushruta Sahmita, Rajanirghanta, Sharangadara Samhita, Madanapala Nighantu, Rajanighantu, Dhurtasamagama, Bhavaprakash, testi medici dall’800 a.C. al 1500 d.C., tutti raccomandano la Cannabis come medicina efficace. Sia per umani, sia per uso veterinario, pratica che continua anche ai giorni nostri.

La Cannabis nelle pratiche mediche “casalinghe” è da sempre considerata una panacea, specialmente per dolori fisici e stress mentali. Non è esagerato considerare la cannabis come la “penicillina della medicina Ayurvedica”. L’uso di “Bhang”, la bevanda a base di Cannabis, è considerato il migliore dei regali: il “Bhang” è un cordiale, uno stimolante dell’appetito, assorbe la bile, prolunga la vita.

La Cannabis è stata prescritta comunemente per risvegliare l’appetito, come “fonte di grande potere contro la fatica e gli sforzi severi”, per eliminare gli umori cattivi, per stimolare l’intestino, per stimolare la digestione, per aumentare il calore (o, al contrario, come rinfrescante/disinfiammante), per eccitare la secrezione della bile, per incoraggiare la comunicazione (o l’introspezione), per promuovere la felicità, per aumentare il senso del gusto, come ipnotico...

Per secoli i portatori dell’Himalaya (che si portano a piedi, per centinaia di km, decine di chilogrammi di beni di consumo) usano Cannabis per resistere alla fatica. Il succo delle foglie fresche di Cannabis è usato per combattere la forfora e come vermifugo, combatte il dolore d’orecchi, allevia i problemi intestinali, dalla diarrea alla costipazione, è efficace contro la gonorrea

Altri usi importanti: contro le emicranie, la mania acuta, tosse secca e con catarro, asma, insonnia, dolori alle giunture, morsi di serpenti e di animali.

L’uso di Cannabis terapeutica in India è strettamente legato a quello religioso, e il “Bhang” non è usato direttamente contro, ad esempio, la febbre, ma indirettamente per calmare le “influenze irate” che causano il calore e la febbre (ad es. versando “Bhang” su uno “Shivalingam”- fallo di Shiva stilizzato).

Anche nei testi dei Musulmani Indiani, come l’Unani Tibbi, la Cannabis è usata in una varietà di situazioni, dall’asma, alla perdita dei capelli, ai problemi urinari.

Nelle comunità tribali dell’Himalaya del Pakistan si usano le foglie bollite e applicate sulla parte dolente per calmare gli spasmi; in Rajastan gruppi tribali usano un unguento ricavato dalle foglie per curare le emorroidi “sanguinanti e dolorose”.

Sempre in Himalaya una mistura di “foglie di Cannabis giovani e miele mantiene la giovinezza, la vitalità e la virilità”, e se applicato sui capelli ne ravviva il colore e la densità. Un impasto di infiorescenze macinate viene usato contro il prolasso uterino e l’idrocele dei testicoli con applicazioni locali, e fa effetto “entro sette-dieci giorni”. In Nepal il succo delle foglie è utilizzato per guarire ferite, controllare le perdite di sangue e far cessare i dolori di stomaco, mentre le foglie sono fumate e assunte per vie interne per diminuire il dolore e le infiammazioni.

In Nepal la Cannabis è altamente considerata come sedativo, e viene data ai bambini, mischiata a dolci, come un leggero tranquillante (i bambini, essendo in crescita e quindi “saturi” di endocannabinoidi, sono meno sensibili agli effetti psicoattivi dei cannabinoidi, nonostante gli isterismi dei proibizionisti).

La Cannabis è usata dai medici tradizionali, sia Hindu che Musulmani, in villaggi dove ancor oggi le condizioni di vita sono le stesse dell’antichità e togliere loro una così importante medicina tradizionale sarebbe togliere una parte di cultura millenaria. Nei villaggi isolati la Cannabis è indispensabile per curare dissenterie, coliti, enteriti, migliorare l’assorbimento dei grassi, nevralgie, nevriti, spasmi, reumatismi, insonnia, problemi nervosi, come antidolorifico di facile reperibilità.

Nel SudEst Asiatico: Thailandia, Birmania, Cambogia, Vietnam, Indonesia, la Cannabis è usata popolarmente come rimedio contro i dolori, contro l’anoressia, l’asma, la perdita di memoria, gli stordimenti, la tosse e le convulsioni, ma anche per eliminare i polipi (tumori benigni) e per calmare i nervi. Per stimolare la produzione di latte nelle gestanti, per facilitare il parto, purificare il sangue e ripulire la bile; regola le funzioni del cuore, dei polmoni e del fegato; libera dai parassiti intestinali, decongestiona ed è efficace per curare le paralisi e le pleuriti.

Continua nel prossimo numero...

E
Exitable