I cloni più ricercati (Seconda parte)

Soft Secrets
04 Jun 2018
Salve a tutti, amici carissimi di questo meraviglioso mondo della cannabis. Come promesso nel precedente numero, torno alla carica per presentarvi altri quattro cloni, che vanno ad aggiungersi all’elenco dei “più ricercati”. Ovviamente c’è molto materiale di cui parlare, ed esistono anche varietà che, pur essendo preziosissime, sono oggi passate in secondo piano per tutta una serie di motivi: il passar del tempo, le preferenze delle nuove generazioni, etc... Il denominatore comune è il loro difficile reperimento. L’aspetto più importante, però, è il loro utilizzo come base di partenza per altre varietà, ugualmente considerate cloni élite.

Headband (diversamente nota come Original Diesel o Daywrecker)

Headband è stata utilizzata come base genetica di tutta una serie di cloni élite, come East Coast Sour Diesel (v. il numero precedente). Come spesso avviene per piante di questo tipo, l’origine è incerta. Molti di noi la ritengono un incrocio di Chemdawg con un ibrido, (MassSuper Skunk) x Northern Light di Sensi Seeds. In tutto ciò, è curioso constatare che questa varietà ha dato origine alla saga delle Sour. Analogamente Chemdawg è il suo punto di partenza di tutta la saga Diesel. Ma la storia della Diesel è molto più lunga e complessa e ne parleremo in un secondo momento. [caption id="attachment_7285" align="alignnone" width="500"]I cloni più ricercati (Seconda parte) Cloni élite in un dispensario, pronti per la consegna ai clienti.[/caption] Per chi sia riuscito a procurarsi il clone di Headband, varietà anche chiamata Daywrecker o Original Diesel, il divertimento è assicurato. Coltivandola, scoprirete che è una pianta unica, con una radicazione alquanto facile. Dopo aver ottenuto il cosiddetto “pane di terra” (cioè la zolla con tutte le radici), la pianta comincia ad assorbire luce e nutrienti. Solo allora potrete godervi la sua crescita spettacolare. Pianta dal carattere aromatico, forte e dall’odore penetrante, nella sua fase vegetativa vi sorprenderà. Si sviluppa senza complicazioni. Abbiamo provato a coltivarla su un sostrato di terra e in aeroponico: in entrambi i casi la crescita è miracolosa. Questo vale, in particolare, per la coltura aeroponica sotto lampade a LED, ma vanno bene anche lampade al sodio. Alta di dimensioni, sviluppa rami consistenti, che si riempiono di fiori alle estremità, producendo bud con odore di Diesel intenso. Il mio consiglio è di piegarne i rami di tanto in tanto, perché non sfuggano al controllo, soprattutto in sistemi di coltura idroponici o aeroponici. Se usate la tipica tenda di coltura, di 2metri di altezza e con sistema aeroponico integrato, dovrete piegare i rami in tempo utile, altrimenti finiranno per bruciarsi al contatto con le lampade. Considerando la quantità esplosiva di fiori e resina durante la fioritura, già potete immaginare quale sarà il risultato. Monti miei amici sono rimasti quasi spaventati dalla quantità di resina che questo mostro produce in coltura aeroponica. [caption id="attachment_7288" align="alignnone" width="500"]I cloni più ricercati (Seconda parte) Headband[/caption] A proposito dell’effetto, vi racconterò un piccolo episodio. Mesi fa ho ricevuto una brutta notizia, niente di veramente serio, ma abbastanza triste da incidere sul mio umore per alcune settimane, cosa che ogni tanto può accadere. In quel momento, per pura coincidenza, erano già maturati i primi bud di questa bella dama. Ho deciso così di farmi una bella fumata. A ciascuna boccata notavo che la sensazione di benessere suscitata scacciava via, man mano, il mio cattivo umore. La stessa cosa l’ho provata il giorno dopo. Incuriosito ho quindi cominciato a leggere le note di degustazione di altri fumatori. Inaspettatamente ho scoperto di non essere l’unico ad aver notato questo l’effetto antidepressivo di questa pianta. Provate pure a leggere queste recensioni e vedrete che la stragrande maggioranza hanno un denominatore comune. Voglio inoltre precisare che non tutti gli esseri umani sono uguali e l’effetto può variare da persona a persona. Ecco qui alcuni incroci basati su questo clone, se non riuscite a procurarvi quello originale: Sour Ape (Top Shelf Seeds) : Original Diesel x Cinderella 99 Sweet Diesel (Dr. Underground): Original Diesel x Sweet (only cut) Headband BX (Immortal Flowers): Original Diesel x (Original Diesel x Deep Bubba Kush)

Pre 98 Bubba Kush

Questa bella signora, ricercatissima dai più esigenti e molto venduta nei dispensari USA, è un altro clone da tenere presente. Forse non è fra quelli di più larga diffusione, ma resta sempre una leggenda. La quantità di ibridi realizzati a partire da questa varietà è degna di menzione. La storia della sua selezione risale al 1993, il nome risulta formato da due genetiche già note, che costituiscono la base di queste grandi famiglie di prodotto. In quanto alla storia della sua origine, esistono molte versioni. Secondo la più credibile e diffusa, si tratta di un incrocio fra Old World Kush e l’autentica OG Kush (Putz cut), di cui parleremo in un altro momento. Sembra comunque che OG Kush, Bubba Kush, Chem dawg ed altre piante abbiano non pochi tratti in comune. Secondo un’altra teoria, invece, l’autentica Bubba Kush è un incrocio fra OG e Bubblegum. Comunque, trattandosi di una “Pre 93”, alcuni la ritengono clone di una varietà che risale a oltre 30 anni fa, stabilizzata in forma chiara. Alcuni esempi di varietà “antichissime” sono la Deep Chunk e la Pine Tar Kush di Tom Hill. Per quanto mi riguarda, io ritengo più credibile la prima teoria. Parlerò ora della mia esperienza di coltivazione. Al momento non possiedo una talea di questo esemplare, ma posso affermare, non senza orgoglio, di averla coltivata un po’ di tempo fa. Se riuscite a procurarvi questa leggenda, avrete due obblighi da assolvere: coltivarla e incrociarla: avrete un’alta probabilità di ottenere buoni risultati negli incroci che realizzerete. Rispetto ad altri cloni precedentemente menzionati, la velocità di crescita è però piuttosto lenta. [caption id="attachment_7289" align="alignnone" width="500"]I cloni più ricercati (Seconda parte) Pre 98 Bubba Kush[/caption] [caption id="attachment_7284" align="alignnone" width="500"]I cloni più ricercati (Seconda parte) Bubba Kush[/caption] Cresce con foglie ampie, di forma indica, con toni tendenti al verde scuro. Sfregandone il gambo sentirete diffondersi rapidamente il suo odore caratteristico. Ramifica bene, facilitando così il prelievo di talee. Ma il meglio viene dopo la fase vegetativa: un aroma terroso, come di zolla umida profonda, con alcune note di caffè, tutti sapori squisiti che vi resteranno in bocca dopo averla fumata. Produce bud densi e duri come la roccia. Questa caratteristica è davvero insolita, perché è un clone è di taglia più alta rispetto alla “Bubba Kush” venduta da alcune banche sotto forma di semi. La maturazione richiede solo 7 settimane, anche se è raccomandabile aspettare fino a 8 per un raccolto ottimale. Le caratteristiche che rendono questo clone così famoso non si limitano a quelle sopra evidenziate. È infatti venduto nei dispensari per le sue proprietà mediche ed è forse fra i più richiesti, per il suo effetto rilassante (non solo mentale, ma anche fisico- muscolare). In mancanza del clone originale, potrete provare le seguenti alternative: Peyote Purple (Cannabiogen): ibrido realizzato a partire da Pre 98 Bubba Kush. Pre 98 Bubba (Cali Connection): Pre 98 Bubba Kush BX2. Schematicamente: Pre 98 Bubba Kush x (Pre 98 Bubba Kush x SFV OG Kush), un retroincrocio basato sulla famosa SFV OG Kush.

Green Crack (AKA CUSH) – attenzione, Cush è scritto con C e non è da non confondere con la varietà Kush

Si tratta di uno dei pochi cloni che non sono ancora riuscito a trovare. Pur non potendo parlarne per esperienza diretta, posso comunque dire ciò che so al riguardo. Del resto se sto inseguendo l’originale già da un po’ di tempo ci sarà un motivo, no? Anzi più di uno. È una varietà la cui origine risale ai primi anni 90 ed ancora oggi è annoverata fra le “top”. Per non parlare di tutti gli ibridi ricavati da questa varietà, anche in versione S1, e venduti oggi da molte banche dei semi. E allora, che cosa aspettate a coltivarla anche voi? A quanto si dice, è un ibrido realizzato da Cecil, un famoso breeder americano, ottenuto incrociando una Skunk (del 1989), commercializzata dalla storica banca Super Sativa Seed Club (SSSC), con un’indica sconosciuta. Questo clone arrivò anche nelle mani del famoso Mr. GreenBeans, ma fu solo nel 1994 – 95 che si coniò il nome Green Crack. Da una ricerca in rete risulta che fu battezzata così dal rapper Snoop Dogg, la prima volta in cui la provò (del resto all’epoca si vendevano molti prodotti senza nome). Non sono in grado di confermare se questa storia è vera, ma questo si legge in più di una pagina web. È una pianta rapida che, nonostante la notevole carica indica, è nota per il suo effetto energetico e rinvigorente, perfetta per essere consumata a qualsiasi ora del giorno. Forma bud densi, con un aroma caratteristico, variabile fra l’acido ed il fruttato (con note di mango). Ma primeggia, in particolare, per le sue proprietà antidepressive. Nella maggior parte dei casi si riscontra uno stato di felicità e miglioramento dell’umore ed è quindi indicata per curare ogni stato psichico alterato, non solo la depressione. [caption id="attachment_7287" align="alignnone" width="500"]I cloni più ricercati (Seconda parte) Green Crack[/caption] In quanto agli effetti collaterali, che comunque sono presenti, non solo in questa pianta, alcune recensioni parlano di episodi di ansietà, per cui non risulta indicata in soggetti ansiosi o che soffrono di attacchi di panico. Questo effetto “elettrizzante” è peraltro frequentemente in molte sative: si tratta di piante molto forti, rapide ed euforizzanti e possono persino incutere un indesiderato effetto di panico negli utilizzatori. Se è così nel vostro caso, la mia raccomandazione è una sola: non fumatela e optate per altre varietà. Se però non avete altre alternativa e non riuscite a farne a meno, fumatela lentamente, lasciate trascorrere qualche minuto fra una boccata e l’altra; vedrete che, poco a poco, riuscirete a tollerarne l’effetto (senza alcun problema) e a godere solo del suo effetto benefico. Scrivo questo per esperienza personale. Quello della marijuana e dell’ansietà che può suscitare è un tema che approfondirò in seguito, al termine di questa panoramica sulle varietà più ricercate. Per tornare a questo clone meraviglioso, credo proprio che continuerò a cercarlo. Spero così di poterlo coltivare con le mie stesse mani. Se siete fra i pochi privilegiati che se lo sono procurato e lo avete già sperimentato, mi congratulo vivamente con voi. Se non è così, avete sempre la possibilità di procurarvi questi semi alternativi: Green Crack (Humboldt Seeds Orgnization) Alien Bubba Crack (Riot Seeds): Green Crack x Pre 98 Bubba Kush (in questo caso prenderete “due piccioni con una fava”)

Grand Daddy Purple (Ken’s Cut)

Questo cut, introdotto da Ken Estes nel 2003, è l’ultimo ad essere trattato in questo articolo, ma non certo per importanza. Anche in questo caso non sono ancora riuscito a procurarmelo per coltivarlo, però... è in arrivo e non vedo l’ora di riceverlo. Si tratta di un ibrido fra Purple Urkle (altra varietà con una storia a sé stante, molto richiesta nei dispensari californiani) con una Big Bud. Sono particolarmente interessato al clone di Ken, perché la maggior parte dei miei amici californiani la ritengono la più potente di tutte le varietà originali Grand Daddy Purple che esistano sul mercato. È stata realizzata a partire da una serie di retroincroci, da cui si è ricavato il più potente. È una pianta indica-dominante, dalle tonalità impressionanti. Ciò, peraltro, non sorprende, essendo figlia della famosa Purple Urkle. Quasi tutte le varietà basate su Purple Urkle sono caratterizzate da un colore porpora scuro. In GDP Ken´s Cut osserverete una tonalità porpora forte e rossiccia nelle foglie, un vero spettacolo! Ma non è solo una questione di colore; le recensioni parlano di un effetto estremamente rilassante, anche mentale, ideale per la proliferazione di idee e progetti; non causa postumi e può essere condivisa con gli amici, così come si condivide un sorriso. [caption id="attachment_7286" align="alignnone" width="500"]I cloni più ricercati (Seconda parte) Grand Daddy Purple[/caption] In quanto a proprietà mediche, in tutte le recensioni da me lette (e confermate da quanto mi hanno riferito gli amici statunitensi che la utilizzano regolarmente) viene esaltata la capacità di lenire dolori di origine infiammatoria. Del resto il successo riscontrato presso i pazienti lo dimostra. Come ho già detto per gli altri cloni da me recensiti, se riuscite a procurarvela (perché avete la fortuna di vivere negli USA, in prossimità un dispensario come Dark Heart Nursery), allora approfittatene. Altrimenti provate una delle seguenti alternative: Original Grand Daddy Purple (Grand Daddy Purple Seeds): Grand Daddy Purple (regolari) Granddaddy Purple (Blimburn Seeds) Bene amici, per ora è tutto. Come avrete notato, ho finora nominato solo talee originali provenienti dal Nord America. Nel prossimo numero mi concentrerò, invece, su quelle della zona europea, dove esiste un enorme potenziale e una gran quantità di cloni che vale la pena analizzare. Dovrò per forza fare una cernita, perché le varietà sono davvero tante e mi limiterò alle migliori, come la G13. Del resto un’analisi completa richiederebbe anni. Spero che questa seconda parte vi sia piaciuta e v’invito a procedere a una vostra ricerca personale: non sempre i cloni più decantati sono i migliori. Prima o poi saranno superati da altri. Per questo motivo v’incoraggio a cimentarvi nei vostri incroci, per creare il vostro clone élite ed associare il vostro nome alla storia della cannabis. Un grande e caloroso abbraccio a voi tutti. Alfred, Dr Underground
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