I troll della marijuana

Exitable
02 May 2014

Il fumettista Zerocalcare l'ha chiamata "la fascia oraria delle Bermuda" ed è quel lasso di tempo in cui, cito testualmente, "persone all'apparenza normali si siedono davanti al computer ed in un battito di ciglia si accorgono che sono inspiegabilmente trascorse 5 ore".


Il fumettista Zerocalcare l'ha chiamata "la fascia oraria delle Bermuda" ed è quel lasso di tempo in cui, cito testualmente, "persone all'apparenza normali si siedono davanti al computer ed in un battito di ciglia si accorgono che sono inspiegabilmente trascorse 5 ore".

Il fumettista Zerocalcare l'ha chiamata “la fascia oraria delle Bermuda” ed è quel lasso di tempo in cui, cito testualmente, “persone all'apparenza normali si siedono davanti al computer ed in un battito di ciglia si accorgono che sono inspiegabilmente trascorse 5 ore”. Buona parte del fenomeno è facilmente spiegabile – almeno per personaggi della mia risma – con le pagine Facebook in cui si fa trolling esplicito di un argomento in particolare. Per i pochi che ancora non lo sapessero, Wikipedia dice che col termine troll “si indica una persona che interagisce con gli altri utenti tramite messaggi provocatori, irritanti, fuori tema o semplicemente senza senso, con l'obiettivo di disturbare la comunicazione e fomentare gli animi”. Inutile dire che “No alla mariuana” (nda. la storpiatura è volutissima) abbia immediatamente catturato la mia attenzione e abbia aumentato in dosi massicce la mia ilarità. Il proibizionismo e le sue leggende metropolitane vanno combattute anche con la satira e in questa pagina il campionario di idiozie esilaranti è davvero vasto. La curiosità su cosa li avesse spinti a creare uno spazio in cui si esprime anche “il finanziere Jovanardi”, unita al mio debole per tutto quello che possa essere LOL, mi ha convinto a contattarli e a chiedergli un'intervista per Soft Secrets. Quello che segue è quanto siamo riusciti a tirar fuori. Enjoy. 

C'è sempre una prima volta per tutto, dicono. Ora, ad esempio, sto perdendo la mia verginità in fatto di interviste con domande preparate in anticipo. Inesperta come Britney Spears al Disney Club, ho chiesto aiuto ad un comune amico autore, il sommo Kra, per scrivere un attacco che fosse d'effetto. E dato che quando uno è sommo, è sommo, mi ha suggerito un'ottima domanda con cui cominciare: quanto la pagate al grammo?

Samu:
Innanzi tutto vi ringrazio per questo breve spazio che ci avete dato. Come ci si può aspettare io sono un consumatore di cannabis, e a questa domanda ci sarebbero mille risposte. Il prezzo al grammo varia da erba a erba, comunque penso che qua in Italia il tipico consumatore vada a spendere 5 € al grammo.

Mike: Guarda, io, personalmente, non ho bisogno di drogarmi, ci sono già rimasto di mio.

Da quanto tempo ricoprite il “prestigioso e temutissimo” ruolo di admin e come siete arrivati a farlo?

Samu: Il temutissimo ruolo di admin"... (ride) Io se non ricordo male ho cominciato ad essere admin 3 anni fa, quando aprii la mia prima pagina (che tutt'ora gestisco) ovvero “Nomi storpiati dei rapper”. Penso che in Italia sia stata la prima pagina sulla satira rap. Può sembrare una cosa banale ma sono orgoglioso di quella pagina, visto che da lì ho dato il via alla creazione di molte pagine che fanno quello che faccio io da anni, sono piccole soddisfazioni. 

Mike: La mia prima pagina la aprii nel 2009, fondamentalmente creavo demotivational ma, arrivato a pochi likes, venne bannata, e per circa tre anni lasciai perdere. Nell’ottobre del 2012 tramite un racconto che avevo postato nella bacheca della pagina “Cose MOLTO Cattive”, forse la pagina più famosa riguardo all’argomento black humor, sono stato scelto dalla creatrice come amministratore, e da lì sono entrato in contatto con altri admin, ho creato altri progetti, e sono finito anche su “No alla mariuana”. Ora come ora, comunque, sono conosciuto nel web come “Mike the Meme”, un personaggio inventato che indossa le vesti di un serial killer americano che fa stragi nei supermercati e seppellisce la gente nel proprio giardino.

Prendendo a prestito la definizione che ne dà il sito di black humor Umore Maligno, «La satira è un genere letterario che vuole evidenziare le contraddizioni della società e mettere in discussione l'ordine costituito attraverso qualsiasi artificio dialettico l'autore ritenga necessario, ivi compresi la blasfemia, il turpiloquio, l'insulto gratuito e discriminatorio». Cosa vi ha spinto a scegliere il “no alla marijuana” come campo d'azione?

Samu:
Ho scelto questo nome per il semplice fatto che è un argomento molto discusso, soprattutto in quest'ultimo periodo. Quindi ho fatto 2 + 2 e il risultato è stato questo. Se avessi creato una pagina a favore della marijuana non avrei fatto lo stesso successo, perché comunque ci sono già troppe pagine che parlano dei benefici della marijuana.

Mike: Io sono entrato circa una settimana dopo che la pagina venne creata, vedevo queste pic che mi facevano spaccare, così iniziai a crearne io stesso per farmi quattro risate, pic che mandavo direttamente a Samu e che decise di mettermi in pagina. Io personalmente, sono sincero, non sono mai stato eccessivamente interessato all’argomento, anche perché non sono mai stato un grande consumatore, mi sono innamorato della pagina solo perché era talmente idiota che mi faceva morire dal ridere.

Quando si aprono pagine come la vostra, il rischio più immediato è quello che il pubblico non colga il palese intento umoristico. Chi bazzica “No alla mariuana” mi pare abbia capito le vostre buone intenzioni ma la domanda è d'obbligo: come reagite di fronte a chi fraintende completamente il senso della pagina?

Samu: Io quando leggo insulti rivolti a noi o alla pagina ho due reazioni. La prima è: mi faccio due risate e lo piglio per il culo; la seconda è: schifo l'intelligenza di certi utenti, come fai a non capire che è una presa in giro? Certe immagini sono talmente tanto dementi e scritte in maniera ignorante che a me sembra palese il troll.

Mike: Beh, tanto per cominciare, non è assolutamente vero che tutti hanno capito che noi scherziamo (e questa la dice lunga sul QI posseduto da alcune persone). Detto questo, più la gente s’incazza e più mi diverto, mi sembra proprio una cagata chiudere una pagina se qualcuno t’insulta. La mia risposta all’insulto viaggia sempre fra il demenziale e il nonsense, fornisco risposte idiote che poi utilizzo per postare screen della conversazione avvenuta e far fare quattro risate agli utenti; quando proprio mi stufo, inizio a bestemmiare e a ricoprirti d’insulti.

Il successo della pagina è evidente: aperta lo scorso 20 marzo, in meno di un mese ha  incassato più di 60.000 like. Va bene che in Italia, almeno a quanto dicono le statistiche, ci sono 3 milioni e mezzo di “spinellati”, ma davvero vi aspettavate una risposta così? E soprattutto non avete ancora avuto minacce di chiusura?

Samu: Sinceramente no, appena ho aperto la pagina pensavo che la cosa arrivasse a 2.000 like massimo, infatti appena abbiamo iniziato ad ingranare sono rimasto abbastanza perplesso. Non pensavo che una pagina così troll potesse raggiungere certe cifre; riguardo alle minacce cosa posso dirti? Ogni giorno riceviamo minacce di segnalazione da parte degli utenti, ma cosa possiamo farci? Io me la rido alla grande!

Esiste secondo voi una differenza tra satira, umorismo e trolling? Se si, quale è la sottile linea rossa che li divide?

Mike: Bella domanda. Io credo che la satira sia un qualcosa di più sottile e complicato rispetto al semplice umorismo. Di fatto, in Italia, di comici satirici con le palle ce ne sono davvero pochi, molti dei quali nemmeno molto conosciuti (vedi Giorgio Montanini, per esempio, che è il mio preferito). Il trolling è un discorso totalmente a parte: il troll è un attore, un bravo attore, che recita la parte di qualcosa che nella vita reale non è o non può essere e il suo compito, fondamentalmente, è far incazzare la gente. Il mondo dei troll è molto complicato, non esistono solo pagine troll ma anche semplici profili di utenti che si riuniscono in vere e proprie famiglie, famiglie che si fanno la guerra fra di loro, si hackerano i computer e si bucano i profili a vicenda, ci si potrebbe scrivere un libro circa l’argomento. Il trolling della nostra pagina è andato più o meno a puttane col mio arrivo, in quanto ho iniziato a inserire pic per esempio con un Gianni Morandi che esorta la gente a non fumare la droga ma la merda, o immagini con l’ottima Sasha Grey che dice no alla droga, e sì alla minchia. Poi bisogna dire che, nonostante questo, c’è ancora gente che pensa che facciamo sul serio, e di fatto sotto le mie pic su Morandi e la merda, si leggevano commenti piuttosto indignati del tipo (“certo, e ora spiegatemi come fa uno a fumarsi la merda!!!11!!ONE!!ONEONE!!!) e il che ha dell’incredibile.

In quanto droga leggera, la cannabis ha certo uno spazio di manovra più politically correct per una battuta, rispetto invece ad una sostanza come l'eroina. Secondo voi è possibile fare satira, o comunque umorismo, anche sulle droghe pesanti?

Samu: Ovvio che si può, il black humor ormai esiste da tempo e come puoi fare ironia su qualche disgrazia, puoi benissimo far ironia sulle droghe pesanti.

Mike: Guarda, io da anni faccio umorismo su cose ben peggiori, si può far satira e umorismo su tutto, se poi la gente s’incazza, beh, quelli sono problemi loro, a me fotte sega sinceramente. Detto questo su “No alla mariuana” alla fine scherziamo su tutte le droghe, semplicemente accusando la marijuana di essere la pianta da cui tutte le altre droghe hanno origine: vedi per esempio la nuova droga spinellabile proveniente dalla Russia detta “ganja del coccodrillo” o “ganjacrok”, le “metamariuane da laboratorio”, l’MDMA detto anche “Mariuana Della Morte Artificiale”, la “mariuana da stagnola” eccetera eccetera. 

“No alla mariuana” è nata poco più di un mese dopo che la Fini-Giovanardi è stata dichiarata incostituzionale ed è quindi sparita dal codice penale. In molti hanno festeggiato ma, allo stato attuale delle cose, l'impianto legislativo italiano in materia di droghe rimane ancora uno dei più severi. In quale misura il proibizionismo nostrano ha fallito secondo voi? 

Samu: Ha fallito in tutto, ha sbagliato a mettere punizioni così severe per una sostanza che non causa nessun male, anzi in molti casi aiuta.

Mike: Beh, tanto per cominciare, il proibizionismo ottiene sempre il risultato opposto rispetto all’obiettivo che si prefissa, e di fatto viviamo in un paese pieno di “trocati”. Il vero problema è che, comunque, se invece di rifugiarsi dietro le sbarre oscure del proibizionismo, si spendessero più risorse facendo della prevenzione, forse ora avremmo sì una nazione di drogati, ma drogati consapevoli. Ora si vive con la convinzione che veramente la marijuana faccia bene e basta quando invece non tutti sono portati per fumare, non sempre il nostro fisico è nelle condizioni adatte per assumere sostanze stupefacenti anche se leggere e naturali; io, per esempio, da quando lavoro di notte, non posso più fumare: la penultima volta che ho fumato una canna sono stato accompagnato all’ospedale mentre cercavo di lanciare onde energetiche gridando “SONO L’INCREDIBILE HUUULKKK, PORKADDYOO!!”; l’ultima volta invece, ho avuto un calo di pressione e sono rimasto a casa per tre settimane con la minima a sessanta. Capirai bene che ho smesso di fumare, per lo meno fino a quando non cambio lavoro.

Credete che la produzione di contenuti sulla vostra pagina facebook possa essere definita in un certo senso “informazione”?

Samu: No, penso proprio di no, spesso diamo anche informazioni sbagliate, ma sono fatte apposta. Sta nella persona che legge quello che scriviamo stabilire se quello che c'è scritto è scritto per far ridere o se quello che scriviamo lo scriviamo perché è vero.

Mike: Beh, finché continueremo a fingerci dei proibizionisti ritardati, probabilmente no. Anzi, c’è chi ci accusa addirittura di fare disinformazione con i nostri post che “confondono” quando, a mio avviso, sono palesemente satirici e se non ci arrivi, sei semplicemente un coglione. Se certi utenti sono ritardati o hanno qualche cromosoma in più io non so cosa farci, non è certo un problema mio, io sono qui per fare satira, non per fare l’assistente sociale. L’informazione si crea tramite i commenti degli utenti alle volte, ma non penso sia sufficiente, per ora cerchiamo di tirare su più gente possibile in questo modo, poi in seguito decideremo come sfruttare questo esercito virtuale.

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