La Fini-Giovanardi incostituzionale?

Soft Secrets
08 Mar 2013

Lettera degli Avvocati Simonetti e Miglio difensori di Alessandra e Gioia


Lettera degli Avvocati Simonetti e Miglio difensori di Alessandra e Gioia

Il 6 marzo 2013 è un giorno importante!
E' un giorno importante per quello che, a breve, potrà accadere in tutta Italia.
Siamo di ritorno da una battaglia dalla quale siamo usciti vincitori, nei termini che seguono.
Alessandra e Gioia sono due giovani ragazze, sorridenti, piene di gioia di vivere ma che hanno commesso un grave reato per l'ordinamento giuridico italiano: HANNO COLTIVATO DUE PIANTE DI MARIJUANA.

Ebbene, dopo aver scritto articoli nei quali abbiamo predicato la possibilità di discutere, davanti ai giudici, l'illegittimità costituzionale di una legge che identifica come potenziale spacciatore il coltivatore di marijuana (per uso personale ovvero per uso terapeutico), oggi abbiamo raccolto il primo frutto maturo del nostro lavoro che da mesi ci vede impegnati.
Noi due avvocati, seduti vicino alle nostre due imputate nel tribunale di Padova eravamo fieri, fieri di difendere due giovani coltivatrici per uso esclusivamente personale.

Rischio pena art. 73 Legge stupefacenti: da anni 6 ad anni 20.
Rischio pena attenuata dall'art. 73 comma 5 Legge stupefacenti: da 1 a 6 anni.

Come è nostra abitudine, abbiamo anticipato via fax la questione di legittimità costituzionale della coltivazione di cannabis sia al pubblico ministero, sia al giudice per le indagini preliminari. Ciò in quanto la questione di legittimità è un'opera complessa ed è necessario che venga studiata anche dal giudice e dal pubblico ministero prima di ogni udienza.

Ebbene, quando il giudice ha aperto l'udienza, il pubblico ministero di Padova ha dato parere favorevole che la questione da noi presentata potesse essere sollevata dal giudice dinanzi la Corte Costituzionale!!
Ha ritenuto, infatti, che è irragionevole sostenere che una coltivazione, evidentemente per uso personale possa essere idonea ad incrementare il mercato della droga e che in tal caso, aderendo alla nostra argomentazione, è possibile configurare un consumo personale della sostanza estraibile dalle due piante in coltivazione.

Vittoria, bellissima vittoria.

Dopo il pubblico ministero, abbiamo proceduto con l'arringa difensiva volta a dare ancora più rilevanza alle nostre tesi che sono tutte volte a dimostrare il diritto all'autodeterminazione di coltivare e alla manifesta irragionevolezza ed arbitrarietà dell'attuale formulazione normativa della coltivazione.
Peccato solamente che il giudice, una volta che abbiamo finito di discutere, aveva già scritto l'ordinanza il giorno prima ...e ha rigettato la richiesta.

Questo comportamento del giudice è stato gravissimo: aveva già scritto una ordinanza di rigetto della questione di legittimità costituzionale prima ancora che il pubblico ministero avesse espresso il proprio parere!
Parere del pubblico ministero che, lo si ripete, era favorevole all'accoglimento della questione di illegittimità costituzionale in relazione alla coltivazione!
Ma è comunque una vittoria: la nostra tesi argomentativa della illegittimità costituzionale in relazione alla coltivazione di marijuana sta cominciando a trovare consenso anche nelle aule dei tribunali.

Nota finale: siamo riusciti a far assolvere una delle due imputate incolpate di aver partecipato, a titolo di concorso, alla coltivazione.
Abbiamo, cioè, dimostrato come non basta convivere con la persona che coltiva per uso personale e che non basta essere presenti nella stessa abitazione (al momento dell'arrivo delle forze dell'ordine) per essere incolpati di coltivazione.

E anche questa è stata una vittoria!
Buon lavoro a tutti.
Ad maiora

Avvocato Claudio Miglio
Avvocato Lorenzo Simonetti

 

 

 

Fonte: www.legalizziamolacanapa.org

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