La mia parte intollerante

Exitable
22 Oct 2014

Non è vero che la cannabis fa bene a tutti. Certo le sue potenzialità medicali sono ormai universalmente accettate e ben note ma, così come qualsiasi altra pianta o sostanza, è bene prendere atto che anche la cannabis può avere degli effetti collaterali ed eventualmente nuocere ad alcuni soggetti geneticamente predisposti. Ne parliamo con una di loro.


Non è vero che la cannabis fa bene a tutti. Certo le sue potenzialità medicali sono ormai universalmente accettate e ben note ma, così come qualsiasi altra pianta o sostanza, è bene prendere atto che anche la cannabis può avere degli effetti collaterali ed eventualmente nuocere ad alcuni soggetti geneticamente predisposti. Ne parliamo con una di loro.

Non è vero che la cannabis fa bene a tutti. Certo le sue potenzialità medicali sono ormai universalmente accettate e ben note ma, così come qualsiasi altra pianta o sostanza, è bene prendere atto che anche la cannabis può avere degli effetti collaterali ed eventualmente nuocere ad alcuni soggetti geneticamente predisposti. Ne parliamo con una di loro.

Lo scorso 16 aprile si è tenuto a Parigi l'annuale congresso internazionale degli allergologi e, per la prima volta, il topic “allergia alla cannabis” è stato inserito all'ordine del giorno nel dibattito della comunità scientifica. Stando infatti alle ultime ricerche pubblicate su La Revue Francaise d’Allergologie da quattro ricercatori del Dipartimento di Allergologia, Immunologia e Reumatologia presso la Facoltà di Medicina dell’Università di Anversa, in Belgio, anche la cannabis ha un potenziale allergenico da non sottovalutare. Ma se per gli studiosi francofoni gli effetti collaterali sono legati all'esposizione alla pianta e al suo polline – con comparsa di rinite allergica, congiuntivite, rush cutanei ed eventualmente crisi asmatiche –, dall'altro lato c'è un fronte che afferma come la cannabis, in determinati soggetti, possa “risvegliare” svariati tipi di psicosi.

C'è stato fin troppo dibattito sulle ragioni dell'associazione osservata fra uso di cannabis e psicosi, sia in campioni di malati che nella popolazione generale. Fra le ipotesi proposte per spiegare l'associazione, le più in voga sono: 1) fattori comuni spiegano la concomitanza; 2) la cannabis provoca psicosi che non sarebbero avvenute in assenza dell'uso di cannabis; 3) la cannabis accelera la comparsa di psicosi in persone che erano vulnerabili a sviluppare la malattia; 4) l'uso di cannabis peggiora o prolunga la psicosi in persone che hanno già sviluppato la malattia; e 5) che i soggetti psicotici sono più facili a diventare consumatori regolari o problematici di cannabis che le persone normali.

Di ricerche che menzionano “allergie alla cannabis” in questo senso ne esistono a pacchi ma, si sa, la verità non è certo qualcosa di assoluto. Soprattutto per il fatto che i report clinici riportano malesseri dovuti al consumo di cannabis che non per forza sono sfociati in situazioni di disagio permanente. Per questo – vista anche la delicatezza insita nel tema – abbiamo deciso di parlarne attraverso la storia di E., una ragazza francese che oggi ha 29 anni e che da adolescente ha avuto “brutte esperienze” legate al consumo di cannabis.  

A quando risale il tuo primo contatto con la cannabis? A che età hai cominciato a farne uso e quali erano le modalità con cui la assumevi?
La prima volta che ho fumato un joint avevo 14 anni – o giù di lì – ma ho cominciato a fumare regolarmente un anno dopo aver provato. Ho continuato a fumare tutti i giorni fino a circa 18 anni. A dire il vero fumavo per lo più a scuola, non avevo l'abitudine di fumare a casa... se non di tanto in tanto, quando i miei non c'erano. 

Inizialmente quindi non hai riscontrato nessun tipo di fastidio?
No. Fumavo erba perché era divertente e, come tutti gli adolescenti, perché credevo fosse figo. Poi, a un certo punto, verso i 17 anni, ho cominciato a non sentirmi bene le volte che fumavo: bastavano pochi tiri per farmi chiudere in me stessa, per farmi scivolare in una spirale di pensieri e, in generale, per essere sopraffatta dalle paranoie. Immaginavo, o meglio, sapevo che il problema erano i joint ma dal momento che erano anni che fumavo, inizialmente non gli avevo dato troppo peso. Non smisi di fumare subito.

Da quello che ho capito, il malessere che provavi era qualcosa di automatico nel momento in cui fumavi una canna di erba o di fumo. Puoi descriverci come ti sentivi?
Esatto, bastavano anche due tiri. Di solito non me la sentivo di parlare con quelli che erano con me, diventavo tremendamente timida e in un certo senso percepivo l'ambiente che mi circondava come ostile. Quindi sì, di base c'era la paranoia. Non mi sentivo bene in generale. Sono andata avanti così per circa un anno, senza preoccuparmi troppo in realtà. Poi un giorno è arrivato questo mio amico con quella che lui stesso definiva un'erba “potente”... Non lo vedevo da un po', perciò decisi comunque di fumare il joint che mi offriva. Già al primo tiro mi aveva praticamente stesa: per me era diventato impossibile parlare e sentivo che quello che avevo fumato era davvero qualcosa di troppo forte per me. Dopo quella volta ho deciso che se avessi voluto continuare ad avere normali interazioni con la gente, non avrei mai più dovuto toccare una canna. Ho smesso all'improvviso, verso i 18 anni, e non ho mai più fumato.

A 18 anni hai quindi smesso di assumere cannabis in ogni forma. Fino a quel momento avevi mai avuto altri problemi di salute? Hai dovuto sottoporti a determinate cure farmaceutiche? O magari un'anamnesi positiva a determinati problemi psicologici?
No. Anche altri miei amici che non hanno mai avuto problemi psicologici hanno sperimentato le stesse brutte sensazioni che provavo io, tipo la paranoia. Anche loro hanno smesso con la cannabis ma, come me, non hanno smesso di provare o utilizzare altre droghe. Semplicemente fumare cannabis è qualcosa che non va bene per noi. Certo se sei schizofrenico o hai già problemi psicotici non credo che la marijuana aiuti molto, anzi. Ma se quello che mi stai chiedendo è se uno può nascere predisposto a impazzire con la cannabis, allora non ti so rispondere.

Nonostante tonnellate di studi provenienti dalle più disparate Università mondiali, ad oggi non esistono ancora prove scientifiche tali da affermare con certezza che la cannabis agisca da “detonatore” di determinate patologie psichiche come la schizofrenia o altre forme di psicosi. I proibizionisti alla Giovanardi ci credono, noi di Soft Secrets decisamente meno. Tu come la vedi?
A 23 anni ho avuto anch'io quello che i medici chiamano “episodio psicotico”. Sono bastati tre giorni di cure per far tornare tutto come prima. Ma non credo che questo episodio sia stato innescato dalla cannabis, che oltretutto avevo smesso di fumare 5 anni prima. Era solo un momento molto difficile e stressante della mia vita... avevo attacchi di panico e, come si suol dire, ho dato un po' di matto!

Quando ti è capitato questo episodio, hai detto ai medici che in passato avevi consumato cannabis?
Si e tutti i medici che mi hanno avuto in cura mi hanno detto che era una sostanza che non andava bene. Aggiungendo però che anche le altre andavano evitate. Quindi non ci ho dato molto peso.

Stando a quanto ci hai raccontato fino ad ora, il tuo sembra essere più che altro un problema di ipersensibilità, o meglio intolleranza, alla cannabis.
Si, preferisco definirla così. Posso affermare per esperienza che anche persone che non hanno mai avuto problemi o precedenti psicotici, possono sperimentare questi effetti collaterali, questi episodi psicotici. Come ti ho già detto, ho avuto parecchi amici che hanno smesso di fumare per questo motivo e che poi non hanno più avuto nessun tipo di problema.

Ecco, da questo punto di vista sarebbe interessante sapere cosa fumavi. Mi spiego: l'erba proveniva dal mercato nero o aveva un'origine che potevi tracciare?
In realtà ho quasi sempre fumato roba che veniva coltivata nelle campagne vicino a casa mia. Anche quella che mi ha fatto smettere definitivamente di fumare era erba prodotta in outdoor da amici con il pollice verde, quindi teoricamente era tutta roba naturale.

Sapevi anche quali strain stavi fumando? O meglio, hai avuto problemi solo con certi tipi di strain?
Beh magari quello no... Ma ti posso assicurare che nei 4 anni che ho fumato marijuana ne ho provate diverse e che ad un certo punto non c'era nessuna differenza tra quelle “leggere” e quelle “potenti”: bastavano pochi tiri per farmi stare male. Stessa cosa con l'hashish. Non so, probabilmente ha contato il fatto che io abbia cominciato ad usare cannabis molto presto, a 14 anni. Perché in fondo il tuo cervello a quell'età non è ancora formato. O magari è una cosa ereditaria, una cosa genetica, perché ad esempio i miei genitori – anni dopo – mi hanno detto che anche loro hanno smesso quasi subito di fumare proprio perché credevano che fosse una sostanza “troppo forte” per loro.

Questa potrebbe essere certamente un'ipotesi. Come esistono gli astemi per gli alcolici, perché non dovrebbero esistere gli astemi per la cannabis?
Se esistono, io sono certamente un'astemia della cannabis! Ho provato a cercare su internet qualche sito o forum che mi potesse dire di più ma le campane [NDA. Quella troppo intransigente dei proibizionisti e quella molto entusiasta degli amanti della cannabis] sono troppo discordanti e la confusione non aiuta mai. Quello che posso dire per esperienza diretta è che c'è chi può e chi non può. E io non posso.

Quando ci siamo conosciute mi hai parlato di come, a tuo parere, sia stia prendendo troppo alla leggera la sostanza cannabis e di come in realtà questa dovrebbe essere comunque segnalata come droga pesante, almeno per le persone che hanno sofferto dei tuoi stessi disturbi. Ora che a livello internazionale pare esserci un'apertura decisa verso la legalizzazione – o quanto meno la depenalizzazione –, qual è la tua opinione in merito? 
Potrà sorprenderti ma io sono assolutamente favorevole alla legalizzazione o alla depenalizzazione. Credo che il proibizionismo sia ipocrita nella misura in cui è ormai palese che moltissime persone fumano e anche a livello di opinione pubblica, farsi una canna equivale a bersi una birra: la cannabis ormai è socialmente accettata. La cosa che io dico è: se viene legalizzata, allora deve anche avere degli avvertimenti. Ma, attenzione, non le solite stupidaggini che servono solo a spaventare la gente, del tipo “la marijuana uccide”. Serve un'informazione vera, che dica che se da un lato la marijuana può aiutare, dall'altro può anche far male. Bisogna informare sugli eventuali effetti collaterali. 

E secondo te quale sarebbe il modo migliore per dare informazioni utili in vista di un consumo più generalizzato?
Non saprei. Forse la prima cosa da fare sarebbe quella di cominciare a fare ricerca seriamente su questo tipo di problema, su questi effetti collaterali che colpiscono solo alcune persone. Ma in generale la cosa importante è non spaventare la gente o renderla scettica grazie a messaggi che sono fin troppo allarmisti. Semplicemente basta avvisarla che porrebbero esserci degli effetti indesiderati. 

Ha ragione E. ha porre l'accento sugli effetti indesiderati o collaterali, che dir si voglia. In quanto sostanza dalle proprietà psicoattive, anche la cannabis va ad interagire con il sistema nervoso centrale; e se quando la assumiamo a scopo ludico quello che andiamo a ricercare è soprattutto l'effetto di rilassamento, dall'altro lato può capitare di sperimentare invece ansia, palpitazioni, cefalee o, come abbiamo visto con E., un generale senso di paranoia. È un dato di fatto così come lo è l'assunto che non tutti sono – o sono stati – soggetti a queste reazioni. 

Che sia intesa come medicamento o come sostanza ricreativa, la cannabis è comunque qualcosa che va dosato in base alle singole caratteristiche personali, siano esse l'età, il sesso, la costituzione o il semplice umore che si ha addosso al momento della somministrazione. Sebbene non esistano ancora studi sufficienti a confermarlo, è stato rilevato come spesso basti un solo episodio negativo per fare percepire negativamente anche le esperienze successive. Quindi ragazzi, se non volete guastarvi la festa da soli, tenete bene a mente quali sono i vostri limiti. Perché il vero sballo non è “dire no”, ma semplicemente è sballarsi bene!

E
Exitable