la seconda età dell'orola seconda età dell'oro

Exitable
07 Apr 2014

Sono passati più di 200 anni da quando carovane di "cercatori" attraversavano le sterminate praterie americane per dirigersi verso Ovest e trovare fortuna. Ora al posto dell'oro ci sono le verdissime cime di marijuana e la storia fatalmente si ripete: per i giovani dell'East Coast è già la nuova corsa all'Ovest, ma anche gli invecchiati protagonisti della Summer of Love non disdegnano una puntatina a Denver, da quando, il primo gennaio 2014, lo Stato famoso per le sue pepite ha legalizzato a tutti gli effetti la cannabis.


Sono passati più di 200 anni da quando carovane di "cercatori" attraversavano le sterminate praterie americane per dirigersi verso Ovest e trovare fortuna. Ora al posto dell'oro ci sono le verdissime cime di marijuana e la storia fatalmente si ripete: per i giovani dell'East Coast è già la nuova corsa all'Ovest, ma anche gli invecchiati protagonisti della Summer of Love non disdegnano una puntatina a Denver, da quando, il primo gennaio 2014, lo Stato famoso per le sue pepite ha legalizzato a tutti gli effetti la cannabis.

Sono passati più di 200 anni da quando carovane di “cercatori” attraversavano le sterminate praterie americane per dirigersi verso Ovest e trovare fortuna. Ora al posto dell'oro ci sono le verdissime cime di marijuana e la storia fatalmente si ripete: per i giovani dell'East Coast è già la nuova corsa all'Ovest, ma anche gli invecchiati protagonisti della Summer of Love non disdegnano una puntatina a Denver, da quando, il primo gennaio 2014, lo Stato famoso per le sue pepite ha legalizzato a tutti gli effetti la cannabis. 

Nel 2000, gli elettori del Colorado avevano già approvato un emendamento per legalizzare il possesso di marijuana terapeutica per i pazienti con condizioni debilitanti, definendo degli embrionali Cannabis Medical Clubs. Originariamente, i pazienti potevano delegare a un amico o a un vicino (definiti assistenti) la coltivazione di massimo sei piante di marijuana ed ogni assistente poteva aver al massimo cinque pazienti. Nel 2007, Sensible Colorado, un’associazione impegnata nella legalizzazione della cannabis, ha fatto causa al dipartimento della Sanità statale e il tribunale ha dichiarato il limite di cinque pazienti incostituzionale. Nei due anni successivi hanno aperto oltre 1.000 dispensari, dove è possibile acquistare marijuana. Ora però è tutta un'altra storia e al verde della marijuana si somma quello dei dollari.

Un business con tutti crismi che, solo nella prima settimana, ha prodotto introiti per oltre 5 milioni di dollari agli addetti ai lavori, per una stima di più 100 mila acquirenti. E siamo solo agli inizi.

Un nuovo impressionante indotto sta nascendo, a tempo record, con banche, agenzie e fornitori di servizi, decisi a traslocare nello Stato per investire nel cannabusiness. Altro che “un milione di posti lavoro”: in Colorado la marijuana sta facendo molti più miracoli rispetto alle mirabolanti promesse dell'ormai decaduto Berlusconi!

Secondo un rapporto di ArcView Market Research, la vendita di marijuana legale in Colorado aggiungerà 359 milioni di dollari all’economia. A beneficiare dalla legalizzazione, fra gli altri, sono le fabbriche (ad esempio quelle che producono sacchetti di plastica), il settore immobiliare (gli agenti puntano sulla possibilità di coltivare erba in casa) e il turismo: la Colorado Highlife Tours promette visite porta a porta nei centri di produzione di cannabis e gli investitori del mattone lasciano Las Vegas per la nuova “città del peccato”. Il quotidiano americano Denver Post, il giornale più venduto nella capitale del Colorado, ha addirittura istituito all'interno della sua redazione una specifica sezione “marijuana” perché, come ha spiegato il redattore capo del giornale, Kevin Dale, la legalizzazione in Colorado sarà la “grande storia” giornalistica del 2014, con una ampia necessità di copertura. Ma gli introiti ci saranno anche a livello statale: se le diverse stime per il primo anno parlano di ricavi (privati) in media per circa 600 milioni di dollari, lo Stato ha in programma di raccogliere circa 70 milioni di dollari l'anno in tasse, che saranno utilizzati per finanziare l’istruzione e per il controllo dell’industria della marijuana.

Serre, coffee-shops, negozi d'oggettistica e growing, eventi promozionali, degustazioni e tour: come direbbero gli yankees “Colorado is definitely the place to be”. E, a giudicare dai primi – e grandissimi – numeri Amsterdam rischia di subire un calo drastico di prenotazioni a favore dello Stato Usa ma anche per la Jamaica, a una manciata di ore con voli quotidiani da New York, si preannunciano tempi di vacche magre. Sulle guide turistiche compaiono già alcuni itinerari della marijuana. E chissenefrega dei canyon e delle riserve indiane! Nella contea si stanno anche raccogliendo attivisti e associazioni come il Women Marijuana Movement, con il dichiarato intento di abbattere i pregiudizi, fondando una cultura della cannabis che non è solo cultura dell'evasione. In neanche un mese il fermento è notevole. Stando alle statistiche commissionate dal governo locale, nel 2013 in Colorado si sono trasferite 36.284 persone, circa 8 mila in più rispetto all'anno precedente.

Sgonfiato l'effetto novità, bisognerà vedere nei prossimi mesi l'impatto complessivo del nuovo cannabusiness. Alcuni aspetti dell'emendamento 64 – quello votato a maggioranza nel novembre 2012 – che apre alla coltivazione sotto licenza e all'uso limitato della canapa (con relativa accisa statale) sono infatti di interpretazione controversa, come il divieto di consumo di marijuana nello stesso luogo dove si è acquistata e negli spazi pubblici. Non solo parchi, ma, a voler essere rigorosi, anche luoghi interni come bar e saloon. Piena libertà, invece, di coltivarsi e fumarsi la soglia consentita in casa o in qualsiasi proprietà privata con il permesso del proprietario.

È bene ricordare che la cannabis risulta ancora classificata a livello federale come narcotico di primo livello e tutti coloro che ne facilitano la coltivazione o la distribuzione – anche in Stati dove è legale – violano il Controlled Substances Act e rischiano di fare i conti con la DEA, la super-narcotici a stelle e strisce. Per questo motivo le banche non possono fornire servizi alle aziende dell’industria della marijuana, alle quali è impedito di aprire conti correnti o di fare transazioni con carte di credito. Molte di queste sono inoltre costrette a pagare tasse e licenze – decine di migliaia di dollari – in contanti. Se le banche accettassero soldi da aziende illegali a livello federale, rischierebbero di essere condannate per riciclaggio. Alla fine di gennaio, però, il ministro della Giustizia Eric Holder ha dichiarato che le aziende che operano nell’industria della marijuana legale dovranno avere accesso al sistema bancario americano e che il governo si impegnerà a trovare una soluzione.

Nel frattempo schiere di imprenditori progettano sale e locali ad hoc per fumatori consenzienti, nell'intenzione di eludere il divieto pubblico. A giugno anche lo Stato di Washington avvierà la vendita e, per il giro d’affari di entrambe le free zones, gli amministratori calcolano quasi 2 miliardi di euro nel 2014 – anche se, come abbiamo visto dalle varie fonti, è ancora difficile quantificare l'esatto indotto del nuovo mercato. Sta di fatto che l'erba-voglio non è più proibita nel Far West, eterna nuova frontiera degli Usa ed è bello sapere che ora tornare all'epoca del proibizionismo sarà praticamente impossibile.

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