Legalizzare con successo

Soft Secrets
15 Mar 2017

Luca Marola, iniziatore de Il Canapaio Ducale di Parma, uno dei più longevi grow shop italiani, da militante al passo con i tempi, ha deciso di aprire una finestra sul mondo della legalizzazione della cannabis statunitense in un libro in cui peraltro condensa con una inedita rassegna stampa il sancta sanctorum dei mass-media statunitensi. “Dove niente è proibito e quasi tutto é concesso”, come direbbe il Vecchio della Montagna. 


Con il suo ultimo Legalizzare con successo Luca ci mette in presa diretta con un mondo apparentemente alla rovescia rispetto al nostro e dove tutto – almeno per quanto riguarda la cannabis – sembra funzionare alla grande. Uno dei motivi risiede probabilmente nel fatto che, dopo che un numero crescente di cittadini degli Stati Uniti hanno acceso il cervello e fatto fruttare il 14 emendamento della Costituzione che permette politiche locali su droghe ed alcolici (che era stato ripreso dopo l'abolizione del Volstead Act, fautore del proibizionismo degli inizi del secolo scorso) si sono quasi automaticamente attivati i nessi amministrativi, ovvero gli organismi locali che presiedono alla vendita di alcol ed armi e che sono divenuti in maniera molto naturale e diretta anche gli enti deputati alla regolamentazione della distribuzione della cannabis. Anche qui, in un regime non monopolistico come invece tentato in Ohio.

Con alcuni stati che permettono la coltivazione personale e altri no. Ma su tutto pesa anche la popolarità della pianta, ormai supportata anche da settori del partito repubblicano. Siamo alla vittoria di un buon senso sempre più diffuso, soprattutto nella West Coast.

La cannabis é tutto il contrario di una “flora non grata” in America, basti pensare alle famose coltivazioni di cannabis di George Washington ma soprattutto alla sua popolarità anche a livello elettorale – come provano i riferimenti costanti alla pianta sostanzialmente bipartisan. Proprio mentre in Italia la canapa é ancora appannaggio di servizi segreti e mafie, almeno nella West Coast, la marijuana é diventata un genere voluttuario pienamente inserito nella cultura. Un genere peraltro piuttosto trendy, gestita da professionisti con criteri manageriali, un mainstream che la stampa ufficiale non può ignorare e i cui contributi vengono condensati in Legalizzare con successo.

Con un altro particolare interessante che contrappone la cultura locale con quella europea: la sostanziale lontananza da una sostanza tossica e nociva come il tabacco. Il grande merito di Luca è di avere dato abbrivio al vento fresco che dall'Ovest degli Stati Uniti sta lentamente toccando l'Europa dove, a differenza del Nordamerica, la mancanza di spirito innovativo conduce a derive reazionarie ed identitarie che vanno ben oltre la congiuntura o la crisi economica tout court. Con conseguenze non ancora lineari, viste le forti resistenze e il clima cupo che favorisce peraltro la decadenza europea a dispetto dell'America, dove il filosofo Franco Berardi “Bifo” ha invece intravisto un generale risveglio.

Il libro della Reality Books è arricchito da una introduzione dell'onorevole Pippo Civati di Possibile, che assieme al sottosegretario Della Vedova e l'on. Daniele Farina di Sinistra Italiana, è uno dei principali volti del movimento di 220 deputati e 70 senatori che animano l'intergruppo di legalizzazione della canapa e che mirano a riprodurre anche da noi un senso di realtà. Sarà un caso ma proprio a dimostrazione di questo vento del West, mi è piombata in casa una delle massime personalità delle neuroscienze americane, la dottoressa Muriel Deutsch-Lezak, autrice di prestigiosi libri di testo su traumi cerebrali e recovery, a cui recentemente sono stati aggiunti dei capitoli dedicati alla cannabis.

Considerando il rapporto tra cannabis ed apoptosi ma anche con la morte cerebrale, in una dimensione futuribile o per lo meno promettente. Venuta in volo direttamente da Portland, Oregon, questa insigne scienziata, a quasi novant'anni suonati, nonostante non abbia mai usato la cannabis é sinceramente entusiasta di quello che sta avvenendo nel suo stato, da sempre considerato una regione particolarmente progressista degli States e dove il boom della cannabis e anche della auto-coltivazione ne fanno una delle regioni a cui potrebbe ispirarsi la proposta di monopolio attenuato proposto dall'Intergruppo che prevede la tassazione del business ma anche la libera coltivazione domestica. Insomma come non percepire di fronte ad un libro così ben fatto come ora tocchi a noi.

Senza però attenderci troppo dai grattacieli dell'Ordine Costituito. A questo punto sorge la domanda: adottare lo slogan Fare come in Oregon! Quasi emulando i richiami alla Russia di Lenin ai tempi della Rivoluzione bolscevica? La risposta è un semplice e modesto sì. Ma come avrebbe detto il sociologo tedesco Günter Amendt, sull'argomento si è detto e studiato un po' di tutto. Ed é ora di agire politicamente, come si appresta a fare una parte dei nostri rappresentanti al Parlamento. A cui occorrerà un po' di sostegno da noi tutti e dai nostri amici, “with a little help from our friends” come cantavano i Beatles in una canzone in cui la canapa era veramente centrale.

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