L’importanza della fertilizzazione

Soft Secrets
02 Jan 2018
Le piante si nutrono di ciò che riescono ad assorbire grazie alle radici, quando vengono irrigate, e dalle foglie quando subiscono una fertilizzazione fogliare. Ciò che “mangiano” le piante influenza la loro velocità di sviluppo più propriamente detto metabolismo. Gli animali digeriscono scomponendo molecole grosse nei loro costituenti più semplici e quindi meglio assorbibili; le piante hanno bisogno di sostanze semplici per meglio poterle assorbire e traslare dove necessario. Noi animali possiamo masticare e digerire prima di assorbire, le piante hanno invece bisogno di un qualcosa in grado di rendere assimilabili i nutrienti da parte dei peli radicali che sono poi l’unico segmento della radice capace di ciò.  di CBG Se si opta per una coltura in fuori suolo vien da sé la necessità di utilizzare dei fertilizzanti “semplici” quindi di pronta assimilazione. Se invece si sceglie una coltivazione più simile alla natura si dovranno quindi integrare nel suolo quei microrganismi capaci di scomporre le lunghe molecole organiche contenute nei fertilizzanti organici nei loro costituenti più semplici e facilmente assorbibili. Se si lavora in terra non si fertilizzano le piante bensì il suolo. Esattamente così si deve credere nella coltivazione. A meno che non si stia coltivando fuori-suolo, é sconsigliato l’utilizzo di fertilizzanti di pronta assimilazione per evitare fenomeni di impoverimento e sterilità del terreno. Gli elementi necessari alla crescita dei vegetali sono azoto, fosforo, potassio, calcio, magnesio e zolfo. I primi tre sono fondamentali in grandi quantità ed è per questo che sono riportati in etichetta su ogni fertilizzante e concime disponibile in commercio. Per convenzione sono riportate le percentuali in cui sono presenti: per esempio 2-15-2, che è il titolo di un guano di pipistrello di una nota marca, significa che contiene il 2% di azoto, il 15% di fosforo ed il 2% di potassio. I piani di concimazione redatti generalmente sono mirati all’apporto prevalentemente di questi tre elementi perché nel terreno sono scarsamente presenti rispetto al fabbisogno di qualsiasi coltura produttiva e darebbero sicuramente carenze, che sarebbero poi causa di scarsa produttività. L’azoto ha una funzione di accrescere i vegetali: una pianta ricca di azoto presenta ampia superficie fogliare, steli turgidi con lunghi internodi grazie alla sintesi proteica efficiente e un colore verde scuro segnale di abbondanza di clorofilla nei tessuti. Al contrario una carenza di azoto determinerebbe un ritardo nell’accrescimento dovuto al suo ruolo nella sintesi di amminoacidi, i mattoncini delle proteine, e una generale pigrizia della pianta con maturazioni più precoci e scarsa produzione. Con maturazione precoce non si legga rapidità di fioritura. Sulle piante si assisterebbe all’ingiallimento delle foglie, a partire dalle più vecchie andrebbero incontro a ingiallimento per mancanza di clorofilla. Le foglie più giovani sarebbero le ultime ad ingiallire perciò in quanto sarebbero le ultime interessate da questo fenomeno. Il fosforo è un elemento molto interessante per i vegetali in quanto è un componente di numerosi composti importantissimi. Il fosforo è componente del DNA, del RNA, del ATP e del ADP. E’ inoltre spesso presente in molecole riguardanti il metabolismo e in genere la biochimica delle cellule. Quando ben presente favorisce lo sviluppo e la maturazione dei frutti. In caso di carenza si avrebbero piante dalla crescita lenta e dallo sviluppo non uniforme generalmente stentato. Le foglie sarebbero verde pallido con i bordi rossastri tendenti al disseccamento. Il potassio espleta numerose funzioni nella pianta sia in come promotore del trasporto degli zuccheri nella pianta che come regolatore di processi tipo la fotosintesi. Il potassio di trova in tutte le parti della pianta. Una adeguata disponibilità di potassio determina uno stato ottimale di salute per tutti i tessuti favorendo il completamento delle reazioni metaboliche in corso. Una carenza di potassio darebbe luogo a fenomeni di debolezza sulle piante, con foglie pendule dalle punte sempre più piegate e decolorate sino alla necrosi. Gli altri tre elementi il calcio, il magnesio e lo zolfo, sono scarsamente disponibili solo in determinate zone climatiche dove le frequenti alluvioni giungono a dilavarli (l’acqua se li porta via fin giù nelle falde allontanandoli dallo strato di sottosuolo esplorato dalle radici). I microelementi, chiamati così a causa della modestissima quantità richiesta dalle piante, hanno una funzione chiave in molte reazioni biochimiche come enzimi o catalizzatori di reazioni e sono sempre ben presenti alla giusta concentrazione nel terreno. Questi nutrienti sono Molibdeno, Rame, Zinco, Boro, Manganese, Ferro, Cloro. Le carenze dovute ai microelementi sono rare, nessuno si spaventi.Le piante assorbono gli elementi nutritivi dalla soluzione circolante nel terreno tramite le radici. Gli elementi sono disciolti nell’acqua. Ai più non saranno sfuggiti né l’ossigeno né il carbonio, elementi coinvolti nella fotosintesi clorofilliana. Ebbene la nutrizione carbonica avviene tramite gli stomi che sono delle aperture nelle foglie atte allo scambio gassoso. In poche parole sono i buchi presenti sulle foglie che permettono alla pianta di scambiare ossigeno ed anidride carbonica con l’ambiente circostante. La pratica che bisogna adottare per forzare l’assorbimento di carbonio, poiché disponibile in (sovr)abbondanza sulla maggior parte del pianeta Terra, è attuabile solo in quelle coltivazioni dove si ha il controllo del microclima attorno alle piante; allora è consigliato innalzare la concentrazione di anidride carbonica artificialmente mediante l’ausilio di bombole ed elettrovalvole temporizzate. Si trovano facilmente le modalità di somministrazione e report sui forum online tramite la ricerca di Google. L’anidride carbonica diventa tossica per l’uomo quando è disciolta nell’atmosfera in ragione del 5%: sconsiglio vivamente di adoperarla. Vi sono varie scuole di pensiero sulle tipologie di somministrazione e soprattutto sulle derivazioni degli elementi sopra descritti. Il concetto di minerale e il concetto di biologico indicano la modalità e la forma in cui un elemento è arrivato alla sostanza circolante attorno ai peli radicali ed è stato assimilato. Gli agricoltori sanno che non esiste una soluzione a tutti i problemi, né esiste un modus operandi unico per tutte le soluzioni. Vi sono però, nel rispetto delle verità scientifiche, numerose scuole di pensiero. Molti coltivatori hanno un approccio semplicistico alla coltivazione, preparano un vaso riempito di un qualsiasi substrato inerte (il cocco o la perlite ad esempio) e tramite gocciolatori si prodigano in idroponie improvvisate con fertilizzanti a pronta assimilazione. Molti altri coltivatori invece preferiscono annaffiare a mano un substrato medio carico ed ottenere un prodotto decisamente superiore rispetto alle idroponiche, genericamente definite colture minerali. Tra gocciolatori, annaffiatoi e secchi d’acqua vi sono numerose possibilità di somministrare la soluzione alle piante. Ovviamente l’irrigazione può essere sola acqua in quanto sempre più numerosi growers si sono convertiti alla scuola di pensiero della coltivazione super soil. La coltivazione in vaso vivo è una maniera di coltivare le piante dando loro solamente acqua declorata a pH controllato facendo sì che il fabbisogno nutrizionale venga soddisfatto dalle sostanze aggiunte al terreno prima della semina. Un terreno vivo (contrario di inerte), con eventuali inoculi di attivatori, richiederà solo acqua per continuare a vivere e rendere disponibile alle radici i nutrienti in forma ionica che abbiamo miscelato al terriccio. Facciamo un esempio: per portare a fioritura i peperoncini genericamente della cultivar tipo Thai (quelli allungati, verdi alla raccolta, dal marcato sapore di peperone) ho bisogno di almeno 2 mesi di fioritura perciò il mio terreno avrà una forte carica di alghe marine polverizzate e di ceneri di legna oppure sarà carico di polvere di pesci e guano di pipistrello per dare il giusto apporto di azoto, fosforo e potassio lungo i due mesi di fioritura. In due mesi di fioritura la pedofauna agirà come un trasformatore di nutrienti da forma organica a ionica per assicurare la copertura del fabbisogno nutrizionale delle piante. Il problema ad un certo punto diventa calcolare la durata delle riserve nutritive che abbiamo preparato nel terreno. Per comodità un ragazzo della mia cittadina si reca al consorzio del capoluogo per comprare “pietre” a lento rilascio per non doversi preoccupare né di preparare la soluzione fertirrigua né di cambiare prodotto né di dover dosare le quantità in quanto deve annaffiare con acqua semplice, non deve comprare prodotti e non deve diluirli col terrore di esagerare. Ma purtroppo per questo ragazzo non si tratta di coltivazione in vaso vivo organica bensì’ di coltivazione minerale in vaso vivo, già meglio rispetto alla classica minerale ma ancora lontano dalla nutrizione organica. Voglio aggiungere che quando questo amico imparerà a coltivare abbandonerà il super soil a favore di una fertilizzazione puntuale migliore, ma su questo mi riservo di scrivere un articolo intero prossimamente. L’andamento della comunità grower sembra andare verso una maggior consapevolezza, né i prodotti “salati” stile Amsterdam anni novanta non sono più considerati genuini. Ora come non mai la semplicità è diventata un trend nella comunità internazionale dei growers. Non è un male la semplicità, ma non deve implicare scarsa conoscenza… Un altro interessante trend è quello dei prodotti per la fertilizzazione all-in-one, nati ai fini di introdurre una gamma di pubblico più ampia al mondo delle colture indoor e ai fini di semplificare il lavoro del coltivatore. Alcuni prodotti, specialmente i pellettati organici da mescolare al substrato, sono molto interessanti in quanto trovano applicazione anche all’esterno e sebbene siano un all-in-one non legano ad una scuola di pensiero dalle intuizioni minerali. Altri prodotti all-in-one disponibili sul mercato sono le polveri da diluire in acqua e da utilizzare come nutrimento: semplice al punto che nemmeno un bambino può errare. Fortunatamente coltivare delle piante così rustiche dà buoni risultati a chiunque, però con l’esperienza si possono realmente raggiungere risultati superiori. Buone fioriture!
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