Robert C. Clarke

Exitable
02 May 2014

"La diversità genetica della cannabis è veramente ridotta" Poco tempo fa fu pubblicato Cannabis: Evolution and Ethnobotany, un libro affascinante sulla provenienza e lo sviluppo della cannabis e sul lungo e complesso rapporto tra l'uomo e la pianta. Soft Secrets ha parlato ampiamente con uno degli autori, Robert C. Clarke, considerato uno dei più grandi esperti di cannabis mondiali.


Clarke studia dagli anni settanta la cannabis e scrisse Marijuana Botany (1981) e HASHISH! (1998), la “bibbia” sulla storia dell’hashish. Vive ad Amsterdam dagli anni ottanta dove lavora come responsabile del progetto all’International Hemp Association. Un gentile sessantenne riconosciuto dagli insiders come la massima autorità in materia di cannabis. Nei suoi libri, non aspettatevi dei semplici programmi a fase per coltivare molto velocemente l’erba ma un solido studio botanico e storico. I libri di Clarke sono spessi e costosi ma sono apprezzati dalle persone che si occupano seriamente della pianta. Chi vuole produrre hashish di alta qualità, o sviluppare altri tipi di cannabis, deve leggere le sue opere. 

 

Soft Secrets: Quando e come ha conosciuto per la prima volta la cannabis?
Clarke: “Studiavo all’Università della California di Santa Cruz e iniziai il mio primo anno di laurea nel 1971. Durante la mia prima sera, fumai cannabis in una festa di presentazione nella mia casa studenti. Da quella sera, la cannabis fa parte per sempre della mia vita. Alla fine sentì il bisogno di finire i miei studi sebbene mi interessavo soprattutto della cannabis che mi spinse a scrivere la mia tesi di dottorato The Botany and Ecology of Cannabis che pubblicai a mie spese nel 1976”.

 

Concede raramente delle interviste e ha per alcuni la reputazione dell’eremita. È vero? 
“No, per niente. Sono semplicemente molto occupato con il mio studio e le pubblicazioni sulla cannabis. Nel mio tempo libero, viaggio volentieri in luoghi remoti per pescare. Non è facile trovarmi ma amo la compagnia”.  

 

L’autore Doug Fine dice spesso che lui “lavora per la pianta”, ha anche lei questa sensazione? “Non ho la sensazione che la cannabis abbia bisogno del nostro lavoro. Probabilmente, la pianta starebbe meglio se non ci immischiamo. Il nostro rapporto co-evoluzionario, che dura decina di anni, si è rilevato positivo per ambedue le parti; la cannabis è sparsa in tutto il mondo per una grande varietà di scopi e ha spianato la via per i nostri drammi storici. Alla fine del ventesimo secolo, i programmi di distruzione, l’avidità mana e il progresso moderno della cannabis hanno portato verso la distruzione e la repressione delle varietà locali di fibre, semi e droga ivi incluse le culture tradizionali che coltivano questa pianta. Più recentemente, gli occidentali riportarono con le migliori intenzioni nelle nazioni di produzione incroci “migliorati” e il risultato fu: l’inquinamento e la rimozione delle piante locali che esistevano ancora. La diversità genetica della cannabis è veramente ridotta. La mia preoccupazione è che le misure attuali per sopprimere la cannabis potrebbero distruggere gran parte della sua potenza prima di poter approfittare dei suoi vantaggi. Lo scopo principale che Mark Merlin ed io avevamo scrivendo Cannabis: Evolution and Ethnobotany era d’informare le persone sulle decisioni da prendere sul futuro del rapporto tra l’uomo e la pianta cannabis.”

 

Può raccontarci qualcosa sulla banca dei semi Cultivator's Choice? Chi furono i fondatori e che rapporto avevano con Sacred Seeds?
“David Watson fondò in California sia Sacred Seeds sia Cultivator's Choice negli anni settanta. Sacred Seeds era specializzata nel miglioramento e la stabilizzazione delle varietà di cannabis tradizionali ('open-pollinated'). Cultivator's Choice offriva degli incroci superiori basati sui tipi migliorati di Sacred Seeds. Le varietà di Watson, tra le quali 'Skunk 1', 'Afghani 1' e 'Original Haze' furono portate in Olanda all’inizio degli anni ottanta e crearono la base per l’industria olandese dei semi. Sono ala base della maggior parte delle varietà di droghe da cannabis dell’occidente moderno. Cultivator's Choice era una delle prime banche di semi in Olanda ed esiste ancora. Sui primi anni delle banche di semi olandesi ho scritto il capitolo What's in a name? nella prima Cannabible di Jason King.”

Quando e perché si è trasferito ad Amsterdam? Come è adesso il mondo olandese della cannabis?
“Mi sono trasferito ad Amsterdam alla fine degli anni ottanta per lavorare con David Watson e HortaPharm, l’azienda per la ricerca e lo sviluppo dei cannabinoli medicinali. La prima volta che visitai Amsterdam, mi sono stupito di come tutti fumavano la cannabis mischiata con il tabacco. Il miscuglio di un’erba benigna con il tabacco che crea dipendenza e tossico? Pensateci! L’unica cannabis disponibile in grandi quantità era l’hashish importato da alcune nazioni. C’erano solo pochi tipi di erbe importate disponibili. Semi dell’erba importata e di mangime per uccelli furono seminati in grande scala a e intorno a Amsterdam e centinaia di bellissime piante fiorirono nei balconi e nei vasi. Ma nessuna di loro si sviluppò prima del primo gelo d’autunno. Nederwiet era solo una notizia pittoresca di bassissima qualità. L’erba olandese iniziò a migliorare dopo l’importazione di semi di alta qualità di incroci del Nord America e la cannabis (sinsemilla) senza semi fu prodotta con le moderne tecniche olandesi per la coltivazione in serra; le origini della Rivoluzione Skunk.”

 Quali sono i tre malintesi più comuni sulla cannabis?
“Numero uno: erba e hashish sono la fase iniziale per l’uso di droghe pesanti. Anche se questa rivendicazione è basata su una logica sbagliata e non ci sono delle prove statistiche, questa leggenda nasce come un importante argomento contro la legalizzazione della cannabis, anche per l’uso medicinale. Secondo malinteso: le medicine a base di cannabis sono un toccasana, una medicina miracolosa. Le medicine a base di cannabis si sono rilevate efficaci per la lotta contro i sintomi di molte malattie ma non funzionano per ogni indicazione o per ogni paziente. E non ci sono delle vere prove cliniche che la cannabis possa veramente curare una malattia. L’esagerazione dei vantaggi della cannabis medicinale può bloccare il processo. Alcune pazze rivendicazioni possono perfino essere considerate ridicole come la rivendicazione che l’uso della cannabis spinge all’uso delle droghe pesanti.   Malinteso numero tre: la canapa può salvare il mondo! Un’altra esagerazione pericolosa. Nessuna pianta, perfino un vegetale così antico e multifunzionale come la cannabis, può salvare il mondo. Questo overstatement nasce dall’idea che la cannabis sia un’erbaccia che quindi può essere coltivata dappertutto e in cattive condizioni. La cannabis può anche sopravvivere in estreme condizioni ma le varietà di fibre e semi hanno bisogno di campi ben drenati e irrigati con regolarità. I terreni agricoli mondiali sono scarsi e quindi la canapa è una concorrenza diretta con le culture alimentari. Inoltre, la canapa ha bisogno di molta acqua e la mancanza d’acqua è uno dei nostri problemi ambientali più urgenti. Si aggiunge che il trattamento delle fibre di canapa richiede molta manodopera e che l’industria non dispone di tecnologie moderne per rendere concorrenziale la canapa nei confronti di altre fibre naturali e soprattutto sintetiche. Nell’Eurasia, la canapa si coltiva oggi in piccole fattorie. Le fibre sono trattate a mano a livello cottage industry molto adatto per la canapa”. 

 

Parliamo del suo nuovo libro. Lo considera come il lavoro di una vita? 
“Il mio co-autore Mark D. Merlin è un professore di botanica all’università delle Hawaii e ha scritto molti libri sulle droghe. Per scrivere questo libro avevo anche un altro lavoro ed ero anche impegnato in una vasta ricerca sul campo di diciassette anni. Il termine lavoro di una vita non è quindi completamente accurato ma questo libro ha occupato sicuramente una grande parte della nostra vita! Il rapporto uomo-cannabis è millenario e ha influito quasi tutte le nazioni e le culture del mondo. La quantità d’informazione disponibile è quindi immensa. La raccolta di tutte queste informazioni fu enorme: citiamo oltre 700 articoli e libri scientifici.

 

Cannabis: Evolution and Ethnobotany è un lungo, interdisciplinare viaggio alla ricerca dell’origine naturale e della prima evoluzione di questa famosa pianta con l’accento sul suo ruolo storico nello sviluppo delle società umane. La pianta cannabis è famosa da molto tempo per le sue forti e durevoli fibre, i suoi semi pieni di olio e nutrienti e per le sostanze psicoattive e medicinali dei suoi fiori femminili. I prodotti molto culturali e spesso immancabili che provengono dalla cannabis hanno profondamente influenzato le pratiche commerciali, mediche, rituali e religiose delle culture umane. Il desiderio per questi prodotti guidò la rivoluzione della pianta verso le attuali varietà. L’interesse per la cannabis cresce come il dibattito pubblico sulle sue applicazioni. Questo libro ci può aiutare a capire perché l’umanità continua ad aver fiducia in questa pianta e ad adattarla per soddisfare i propri bisogni. Il libro contiene 464 pagine di grande formato ed è ricco di illustrazioni con foto, mappe, disegni e tabelle. Il testo è di un’opera di riferimento in modo che coloro che si interessano di uno specifico aspetto del rapporto uomo – cannabis possano trovare facilmente tutte le informazioni”.

 

Nel libro conclude che la diversità genetica della cannabis si sta abbassando. Cosa dobbiamo fare per combattere questo fenomeno? 
“La distruzione della diversità genetica è dovuta da una combinazione di avida commercializzazione e la battaglia del governo. L’uso delle talee limita ancora di più la diversità. I coltivatori Sinsemilla (senza semi) lavorano con talee e piante ma raramente con semi ma solo quando non hanno talee o quando cercano dei nuovi tipi. La riproduzione sessuale e la ricombinazione genetica garantiscono il rafforzamento e la conservazione della diversità genetica. Per conservare una varietà di semi e, soprattutto per migliorarla, devi coltivare molte piante in un clima adatto e applicare la selezione naturale. Devi usare i semi delle piante più sane e adatte per produrre la nuova generazione. Devi ripetere questo ciclo per mantenere la varietà sana e pura.    

Se tagli una talea di una pianta e non produci semi, crei geneticamente una strada senza uscita. Semi femminilizzati e femminili sono in realtà talee a forma di semi. Dai semi femminilizzati non crescono piante maschili e quindi la riproduzione sessuale è impossibile e ti ritrovi in una strada senza uscita. Per conservare quello che resta della diversità genetica della cannabis dobbiamo fare tre cose. Primo: seminare piante e produrre semi. Così più geni nelle popolazioni di piante sopravverranno stimolando la diversità. Secondo: raccogliere le varietà esistenti tradizionali, moltiplicarle, selezionarle e incrociarle per conservare l’integrità genetica di ogni tipo. I semi stabilizzati sono le basi fondamentali per creare le varietà ibridi. E tre: smettere di inviare le varietà occidentali “migliorate” verso le nazioni di produzione originali. Abbiamo perso la maggior parte delle varietà tradizionali e dobbiamo del nostro meglio per salvare quello che resta”.  

Come vede il mondo della cannabis tra cinque anni?
Clarke: “Vorrei pensare che tutte le applicazioni della cannabis tra cinque anni saranno legali a livello federale. È forse possibile grazie al comprovato progresso nel campo della legislazione a livello state ma ho i miei dubbi. Ci sono ancora alcuni grandi ostacoli verso la legalizzazione. Il governo federale non si arrenderà mai senza una grande battaglia anche se questa dura tanto. Le istituzioni finanziarie, l’agribusiness, altri grandi produttori e aziende di marketing lotteranno insieme contro la legalizzazione della cannabis fino a che c’è la possibilità di guadagnare. Sarà difficile abbattere la loro resistenza. Abbiamo bisogno di normalizzazioni della cannabis: legalizzazione con una norma come per l’alcol e tabacco per sviluppare un sistema certificato per la produzione e la vendita.  

 

In un certo senso, è sorprendente che una parte della resistenza più forte alla normalizzazione provenga dai coltivatori di cannabis in California di cui la maggior parte ha iniziato solo da pochi anni. I difensori caparbi, presuntuosi e spesso egoisti del diritto di coltivare la cannabis si lamentano che se la cannabis diventa legale, le grandi aziende vorranno i loro terreni. Ma si dimenticano troppo presto che ogni anno oltre 800.000 americani sono arrestati per il possesso di cannabis: cioè uno ogni 48 secondi!  Anche molti dei pionieri della cannabis che li precedettero si trovano adesso in prigione. La nostra missione più importante deve essere di cambiare il sistema in modo che nessun altro vada in prigione per l’uso personale o per la coltivazione privata della cannabis. Un segno molto positivo dal punto di vista internazionale è la legalizzazione della cannabis in Uruguay e che in altri paesi hanno capito che il dogma lungo decenni negli Stati Uniti e in Europa comincia a cedere. Stanno sviluppando le loro riforme che si adattano alle condizioni locali”.

 

“Tutta la cannabis è cannabis indica”, lo aveva detto durante un’intervista. Cosa vuol dire?
“Secondo la tradizione, i botanici suddividono le piante in base alle somiglianze nelle strutture fisiche. Negli ultimi vent’anni abbiamo usato delle piante con caratteristiche chimiche aggiuntive, dalla struttura del loro DNA alla produzione delle sostanze secondarie come cannabinoli (THC, CCD, ecc.) ed elementi d’olio essenziali come la trementina. Fino a pochissimo tempo fa la diversità dei tipi di cannabis si considerava come segue: cannabis sativa era considerata come il tipo più diffuso e diverso con varietà di fibre-, semi-, e droga in tutta l’Eurasia dall’Europa al Giappone. Le varietà di droghe che provengono dal Messico, Jamaica, Colombia, Africa, India, Nepal e Tailandia, sono chiamate adesso “Sativa”. Poiché si consideravano come Cannabis Indica solo le varietà tradizionali dell’hashish setacciato dall’Afghanistan e Pakistan, che sono spesso chiamate Indica. La maggior parte delle varietà moderne di cannabis sono considerate come incroci tra droghe “Sativa” e “Indica”. Ma per citare il Firesign Theatre: “Everything we knew was wrong”! Se proviamo a capire l’evoluzione della cannabis, la diffusione storica e il modo con cui la pianta era usata, allora è meglio usare un sistema più moderno di classificazione. In 'Cannabis: Evolution and Ethnobotany' usiamo un sistema basato in gran parte sullo studio del pioniere Karl Hillig dell’università dell’Indiana. Osserviamo il tipo di cannabis e la sua evoluzione con una nuova luce e con un’altra suddivisione. 

 

Cannabis Sativa rappresenta solo le varietà di fibre e semi europei coltivate e i loro discendenti come il selvaggio nordamericano 'ditch weed' (sottospecie Sativa) e i discendenti selvaggi europei e centroasiatici (sottospecie Spontanea). La diffusione e la diversità genetica della Cannabis Sativa sono poco paragonate con quelle della Cannabis Indica e Cannabis Sativa poiché non contengono varietà droga. Usiamo il termine “canapa con strette foglie” (narrow leaf hemp o NLH) per indicare le sottospecie di Sativa per le varietà fibre e semi. Per indicare le popolazioni selvagge, sottospecie Spontanea, usiamo il termine “canapa con foglie larghe” (broad leaf hemp o BLH).  

 

Cannabis Indica è coltivata per la produzione di fibre, semi e droga ed è suddivisa in quattro sottospecie. La sottospecie Indica proviene dal Sud Asia e l’Asia sud-orientale ed è stata introdotta più tardi nel Medio Oriente, Africa e nel Nuovo Mondo, soprattutto per la produzione di droga. Usiamo il termine “droga con piccole foglie” (narrow leaf drug o NLD) per indicare le varietà di droga delle sottospecie della Cannabis Indica. La sottospecie Afghanica proviene dalla regione montagnosa dell’Hindu in Afghanistan ed era usato secondo la tradizione per la produzione di hashish setacciato. Usiamo il termine 'droga con foglie larghe” (broad leaf drug o BLD) per suddividere ancora la sottospecie Afghanica. La sottospecie Chinensis proviene dalla Cina, Corea e Giappone e fu introdotta più tardi nell’Europa occidentale. Con il termine “canapa con foglie larghe” (broad leaf hemp o BLH) indichiamo le varietà della canapa Chinensis tra le sottospecie Cannabis Indica. La quarta sottospecie è Kafiristanica e rappresenta le popolazioni selvagge e probabilmente discendenti della Cannabis Indica. Il termine “droga discendente con piccole foglie” (narrow leaf drug ancestor o NLDA) lo usiamo per suddividere ancora la sottospecie Kafiristanica. La diffusione della Cannabis Indica è molto più vasta e la diversità genetica è molto più complessa della Cannabis Sativa. E più importante: tutte le sottospecie della Cannabis Indica hanno la capacità genetica per produrre THC psicoattivo. 

 

Riassumendo si possono trarre alcune conclusioni sulla classificazione mondiale della cannabis. La stragrande maggioranza delle cannabis nel mondo è Cannabis Indica, non Cannabis Sativa. Non si fuma Sativa per gli effetti droga ma solo le varietà Indica. Per questo motivo, non ci sono varietà droga “Sativa” né incroci droga “Indica x Sativa”. Tutte le varietà droga appartengono al tipo Cannabis Indica. Sia Sativa sia Indica producono fibre per tessili e semi alimentari. La produzione europea di canapa è basata sulla Cannabis Sativa, la cinese sulla Cannabis Indica.” 

 

Quali sono le sue varietà preferite di cannabis e hashish? 
Clarke: “Dipende dalla situazione. 'Set' e 'setting' sono molto importanti. Se è il momento per la creatività e per fare delle cose, allora sono adatti i tipi con “droga con piccole foglie” (NLD) come sfondo; la maggior parte dei consumatori prova un effetto stimolante, mentale e fisico. Le varietà con la forte “droga con foglie larghe” (BLD) come sfondo hanno un effetto più calmante e sono adatte ai divertimenti serali e poi a un buon riposo notturno. Di solito evito le varietà BLD e tendo verso i fenotipi NLD. Inoltre, scelgo per le varietà ibride caratterizzate da aromi dolci, gusti complessi, effetti forti e eccitanti. Queste caratteristiche nascono dagli incroci NLD tradizionali come 'Skunk No. 1', 'Original Haze' e 'Sage' che provengono da incroci complessi di razze locali dalla Colombia, Messico, India e Tailandia. Ovviamente, queste varietà NLD formano un eccezionale materiale di base per la creazione di hashish secco o con estrazione d’acqua. Enjoy!!”

 

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