Una tintura miracolosa

Exitable
09 Dec 2014

Introdotta in Europa e più in generale in tutto l'occidente, per la prima volta nel 1841, dal medico irlandese O'Shauhnessy, la tintura di cannabis, nel mondo contemporaneo è in voga più che mai. Per tutto il XIX° secolo, ha trovato impiego per vari scopi nel campo medicinale, infatti è stata utilizzata per curare il colera, il tetano, pazienti affetti da reumatismi e addirittura la regina Vittoria usava la tintura contro i dolori mestruali. Oggigiorno può trovare un ottimo impiego per tutte le persone che non vogliono o non possono assumere la cannabis inalandola. Il bruciare di qualsiasi materia vegetale produce sostanze tossiche che irritano l'apparato respiratorio perciò la via orale si rivela un ottima soluzione, inoltre gli effetti della marijuana inalata sono immediati, mettendo in difficoltà molti degli assuntori non abituali.


Introdotta in Europa e più in generale in tutto l'occidente, per la prima volta nel 1841, dal medico irlandese O'Shauhnessy, la tintura di cannabis, nel mondo contemporaneo è in voga più che mai. Per tutto il XIX° secolo, ha trovato impiego per vari scopi nel campo medicinale, infatti è stata utilizzata per curare il colera, il tetano, pazienti affetti da reumatismi e addirittura la regina Vittoria usava la tintura contro i dolori mestruali. Oggigiorno può trovare un ottimo impiego per tutte le persone che non vogliono o non possono assumere la cannabis inalandola. Il bruciare di qualsiasi materia vegetale produce sostanze tossiche che irritano l'apparato respiratorio perciò la via orale si rivela un ottima soluzione, inoltre gli effetti della marijuana inalata sono immediati, mettendo in difficoltà molti degli assuntori non abituali.

Introdotta in Europa e più in generale in tutto l'occidente, per la prima volta nel 1841, dal medico irlandese O'Shauhnessy, la tintura di cannabis, nel mondo contemporaneo è in voga più che mai. Per tutto il XIX° secolo, ha trovato impiego per vari scopi nel campo medicinale, infatti è stata utilizzata per curare il colera, il tetano, pazienti affetti da reumatismi e addirittura la regina Vittoria usava la tintura contro i dolori mestruali. Oggigiorno può trovare un ottimo impiego per tutte le persone che non vogliono o non possono assumere la cannabis inalandola. Il bruciare di qualsiasi materia vegetale produce sostanze tossiche che irritano l'apparato respiratorio perciò la via orale si rivela un ottima soluzione, inoltre gli effetti della marijuana inalata sono immediati, mettendo in difficoltà molti degli assuntori non abituali. 

La tintura di cannabis è una soluzione, molto spesso a base alcoolica, con un alto concentrato di cannabinoidi e altre sostanze vegetali, estratti da fiori e foglie di cannabis. La preparazione di una buona tintura è molto semplice, non richiede molto tempo o strumenti di lavoro particolari. Innanzitutto sistemiamo il materiale da lavoro: sei barattoli di vetro da ½ litro con chiusura ermetica, un litro di alcool alimentare 95-98°, un macina caffè, un colino, 10 contenitori di vetro da 50-100 ml con dosatore/contagocce, un imbuto e infine fiori, foglie o trim di marijuana. Sebbene anche sui rami sia presente della resina, questa rappresenta però una percentuale insignificante. 

Per questo esperimento, utilizziamo 300 gr. di fiori e foglie di marijuana. Innanzitutto sminuzziamo il materiale di partenza con il macina caffè, però senza farlo diventare polvere, dividiamo il trim nei sei barattoli da ½ litro, quindi circa 50 gr. per contenitore e riempiamoli di alcool alimentare fino a sommergere il trim all'interno. In questo caso, è possibile utilizzare anche del rum con 75°, come il Bacardi 151, che ha una gradazione alcoolica molto più alta dei liquori in commercio; questo genere di liquori, detti high-proof, sono efficaci per fare estrazioni e conferiscono un sapore migliore al prodotto finale. È importante utilizzare contenitori di vetro perché l'alcool tende a degradare alcuni tipi di plastica. 

Una volta riempiti i contenitori, chiuderli ermeticamente e lasciarli a riposo in un luogo fresco e buio per almeno quindici giorni. Il liquido con il passare dei giorni assumerà un colore sempre più scuro, con tonalità marroni o verdi. Almeno un paio di volte a settimana scuotere per bene i barattoli, in modo che l'alcool penetri in tutte le parti vegetali. Nel momento in cui vi sembra che il liquido non diventi più scuro con il passare dei giorni, procediamo con la seconda fase dell'estrazione. Aiutandoci con il colino, filtriamo il liquido separandolo dalla materia vegetale e prima di gettarla via strizziamola per bene, dato che sarà intrisa della nostra futura tintura. Separarla in più contenitori di piccole dimensioni con contagocce, agevola il dosaggio. 

Serviamoci di un imbuto per versare la tintura nei contenitori da 50- 100 ml. A questo punto la tintura di cannabis è pronta per essere consumata. La via di assunzione consigliata è sub-linguale ma possiamo aggiungerla a qualsiasi cibo o bevanda. Le dosi di assunzione variano da tintura a tintura e da ciascun soggetto che l'assume. Infatti, per via del vastissimo patrimonio genetico della cannabis e sopratutto per le caratteristiche uniche di ciascuna marijuana è impossibile, se non previa analisi, stabilire la quantità di cannabinoidi presenti nell'estratto. Tuttavia il metodo sub-linguale è più efficace rispetto all'ingestione e permette ai pazienti di trovare da soli la giusta quantità da assumere. Infatti possiamo partire con l'assunzione di poche gocce e piano piano aumentare fino alla quantità necessaria. Attenzione però, rispetto a quando fumiamo marijuana, attraverso l'assunzione orale gli effetti appariranno più tardi ma di lunga durata.

È possibile migliorare il processo di estrazione e più in generale ottimizzare il prodotto finale attraverso alcuni accorgimenti. Per potenziare gli effetti della tintura, possiamo decarbossilare il materiale con cui prepareremo l'estratto. Il THC e il CBD nella pianta sono presenti più esattamente sotto la forma di acido THC e acido CBD. In questa forma sono assimilati solo in parte dall'organismo umano; infatti quando fumiamo cannabis, attraverso la combustione, i cannabinoidi diventano più disponibili ad essere metabolizzati.

Per decarbossilare si intende il processo per cui, attraverso parziale combustione, i cannabinoidi THCA e CBDA presenti nella pianta in forma di acidi carbossilici, perdono il gruppo carbossilico COOH, diventando rispettivamente THC e CBD. Attenzione però, il THC sottoposto ad alta combustione si trasforma in CBN, che è un cannabinoide dall'effetto sedativo.

Per conservare le proprietà della maggior parte dei cannabinoidi, la temperatura ideale è di circa 120°C. Procediamo con l'operazione. Procuriamoci un piastra elettrica con regolatore di temperatura e una padella in pirex. Regoliamo la temperatura della piastra a 120°C, posizioniamo la padella in pirex sulla piastra e sistemiamo il trim all'interno. Facciamo cuocere il trim per 20 minuti tenendo sotto controllo la temperatura all'interno della padella con un termometro. Questo procedimento è reso più agevole quando si prepara l'olio di cannabis, ma lo vedremo un altra volta.

Dopo aver decarbossilato il materiale vegetale procediamo esattamente come descritto precedentemente.

Per rendere la tintura ancora più potente o per gli assuntori a cui non piace l'alcool, possiamo renderla più concentrata eliminando parte dell'alcool presente in essa con un semplice bagnomaria. Innanzitutto, dopo aver separato il liquido dalla materia vegetale, versiamo l'estratto di nuovo nei barattoli da ½ litro; riempiamo una padella con acqua e riponiamo i barattoli all'interno senza che affoghino nell'acqua e senza chiuderli con il tappo. Riscaldate l'acqua con un fornello o meglio ancora una piastra elettrica regolando la temperatura a circa 80°C. L'alcool evapora ad una temperatura di 78°C, in questo modo concentriamo la tintura preservando l'integrità dei cannabinoidi. Anche in questo modo portiamo a termine il processo di decarbossilazione. 

Conservate la tintura in un luogo buio e fresco, anche in frigorifero va benissimo; i contenitori/dosatori di colore scuro sono perfetti per preservare il nostro medicamento, inoltre la base alcoolica garantisce una lunga durata.

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