UNGASS 2016 a New York

Exitable
20 Oct 2015

World Cannabis


World Cannabis

In attesa del prossimo incontro generale delle Nazioni Unite sulle droghe dei prossimi 19-20-21 aprile, vale notare come questi summit siano spesso gestiti da persone la cui presenza è il principale ostacolo al cambiamento. È il caso di Cop21, che si svolgerà in Francia dal 30 novembre al 11 dicembre, che avrebbe l'obbiettivo consacrato di ridurre il riscaldamento globale e che pare pilotato da persone che con il miglioramento climatico hanno ben poco a che fare, come denuncia Naomi Klein in Una rivoluzione ci salverà, un libro interamente dedicato alla crisi ecologica.

Lo stesso vale per l'UNGASS di New York, nel corso della quale i proibizionisti, pur rimarcando a parole la necessità di difendere i diritti umani, non sono certo disposti a modificare l'assetto complessivo. Per non parlare delle procedure che vincolano al consenso e all'intoccabilità dei trattati e che fanno della Single Convention sugli Stupefacenti un vero Moloch.

Anche per questo James Gierach, vice presidente della LEAP, i tutori dell'ordine contro il proibizionismo, ha scritto una accorata lettera aperta a Heather J. Hasse, presidente del Comitato delle ONG di New York City e ad Ann Fordham dell'International Drug Consortium per chiedere che queste e altre organizzazioni sostengano esplicitamente la richiesta rivolta a governi ed opinione pubblica mondiale di una modifica radicale dei trattati: “Lo ripeto tanto spesso, il diavolo degli emendamenti dei trattati sulle droghe sta tutto nei dettagli. E senza la presentazione di proposte specifiche e concrete per la modifica dei trattati, tutte le discussioni che si sono tenute alle conferenze di Vienna, tutti gli eventi collaterali riguardanti come convivere meglio con il proibizionismo, e tutta la discussione sulla UNGASS del 2016 a New York City, non produrranno quel terremoto riformatore di cui abbiamo bisogno per modificare i trattati sulle droghe delle Nazioni Unite che sono utilizzati come la testa d'ariete della guerra proibizionista mondiale”.

A questo punto però il compromesso tra le varie componenti dovrebbe saltare e anche questo sembra difficile. Anche perché la segreteria europea è affidata a San Patrignano e la presidenza ai Veri Templari svedesi. Mentre il pendant delle ONG di NYC conta elementi progressisti o esplicitamente antiproibizionisti. In questo contesto l'International Drug Policy Consortium ha organizzato un convegno a cui ha partecipato il Ministro della Giustizia della Giamaica Golding che ha chiesto delle modifiche che permettano agli Stati di adottare politiche sensate sulla cannabis, dopo la parziale decriminalizzazione attuata dal suo paese. Ma su tutte queste speranze è calato l'intervento della rappresentante dell'ONU e dello stesso governo USA che hanno fatto capire come la conferenza potrebbe svolgersi con una regia burocratica rigida e dai toni kafkiani.

Sullo sfondo l'irriducibilità della cannabis, la sua modernità impareggiabile, il suo essere bene comune e terreno di conquista in presenza della grande spinta per la legalizzazione che sta lentamente contagiando l'Europa, proprio a partire dalle Americhe.

Anche per questi motivi l'assemblea generale di Encod, in programma nelle prossime settimane ad Amsterdam, deciderà alcuni punti di partenza per una campagna globale a cui tutti saranno invitati a partecipare e, nonostante le limitate risorse, l'occasione si presenta propizia grazie alla spinta antiproibizionista globale.

Nelle intenzioni del coordinamento europeo per politiche giuste ed efficaci sulle droghe si tratta di organizzare a New York – e in contemporanea su scala planetaria – una manifestazione per la liberazione della cannabis alle 4.20 pm del venti aprile, in un'ora e in un giorno in cui milioni di amanti della cannabis puntano gli orologi come a San Silvestro. Tanto che in tutti gli Stati Uniti e in maniera crescente anche in altri paesi, questo evento é diventato la giornata del consumatore medio, come testimoniano le lancette puntate degli orologi dei film di Quentin Tarantino ma anche la data di lancio della proposta degli oltre 200 deputati e senatori italiani favorevoli alla legalizzazione della canapa.

Sono evidenti le difficoltà di organizzare una manifestazione a New York, con gli attivisti globali coordinati da Dana Beal, l'organizzatore della Million Marijuana March, che dalla città della tolleranza zero ha fatto rinascere il movimento antiproibizionista mondiale. Con un probabile flash mob a piazza Hammerskjold a New York, accompagnato da proposte di rilancio a livello europeo e mondiale tese ad evidenziare le iniziative convergenti e parallele, quelle intraprese dagli attivisti americani ed europei che culmineranno il 20 aprile in una Drug Peace March interamente dedicata alla cannabis. Marcia che sarà coronata dalla presenza di media-attivisti da tutto il mondo – in collegamento con il palazzo di Vetro – con una strategia di attacco globale alle politiche oscurantiste fin qui adottate sotto l'ombra della Single Convention. Magari accompagnate da iniziative di attacco psichico alla Luther Blissett.

Continua sul prossimo numero...

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