USA. Costi della cannabis medica non coperti

Exitable
17 May 2014

Le assicurazioni sanitarie ostacolano l'accesso ai trattamenti


Le assicurazioni sanitarie ostacolano l'accesso ai trattamenti

Cattive notizie per i pazienti americani che vogliono utilizzare la cannabis a scopo terapeutico. Sono sempre di più (attualmente 21) gli stati a stelle e strisce che dicono sì all'uso della marijuana nelle terapie del dolore e per la cura delle malattie croniche. Tuttavia, a rendere difficile l'accesso ai trattamenti ci stanno pensando le assicurazioni sanitarie. Che per ora non coprono i costi delle cure: pari circa a $1.000 al mese.

Le ragioni che impediscono i finanziamenti sono molteplici. Prima fra tutte, l'assenza della certificazione dell'idoneità clinica della sostanza da parte della Food and Drug Administration. Sicurezza, efficacia e verifica degli effetti collaterali per essere comprovati solitamente passano attraverso un iter piuttosto lungo, basato su studi accreditati e ricerche. Che oltre a durare anni, hanno anche un costo non risibile. Per adesso, le compagnie ritengono troppo alti i rischi di un trattamento che si presta facilmente all'abuso della sostanza che ne è alla base. Ma anche una volta pervenuta l'approvazione ufficiale da parte della FDA, le prospettive per i malati potrebbero non essere così rosee. Le grandi aziende statunitensi, che solitamente pagano le spese mediche dei propri dipendenti e collaboratori, in virtù delle peculiarità proprie del trattamento con sostanze cannabinoidi, potrebbero non comprendere la cura fra quelle garantite perché economicamente troppo onerosa.

A questi problemi se ne aggiunge un altro, questa volta di tipo logistico: fra le altre cose, medici e ricercatori dovranno individuare i rivenditori affidabili, le modalità di somministrazione nonché le strutture nelle quali i pazienti potranno essere sottoposti ai trattamenti. A questo sentiero accidentato e pieno di ostacoli che dovrebbe portare alla normalizzazione di un sistema terapeutico innovativo, si contrappongono le spinte sempre più forti di una società che ha da tempo invertito la rotta del "proibizionismo" indirizzandosi favorevolmente nella direzione della legalizzazione tout court di marijuana e cannabis.

Da un recente sondaggio condotto dal Pew Research Center, infatti, è emerso che il 70% della popolazione crede che l'uso personale e la vendita agli adulti debbano essere considerati legali. Mentre per il 42% degli intervistati questa concessione dovrebbe limitarsi all'uso terapeutico. Una tendenza in continua crescita, se si pensa che nel 1973, quando il tema fu sottoposto per la prima volta al giudizio dell'opinione pubblica, gli "antiproibizionisti" erano appena il 12%.

 

Fonte: West

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