Vaporizzare è meglio!

Exitable
16 Oct 2014

Lo spinello a scopo terapeutico funziona, ma è da considerarsi un metodo di cura primitivo. La terapia andrebbe affrontata a gocce di tintura o d’estratto concentrato, magari in olio d’oliva. Per dolori o contratture muscolari l’ideale sarebbe l’applicazione topica con creme e unguenti, ma se proprio non si resiste all’idea d’inalare cannabis, anche per l’immediatezza degli effetti necessari in casi d’urgenza, il vaporizzatore risulta il metodo d’assunzione più adatto alle cure.


Lo spinello a scopo terapeutico funziona, ma è da considerarsi un metodo di cura primitivo. La terapia andrebbe affrontata a gocce di tintura o d’estratto concentrato, magari in olio d’oliva. Per dolori o contratture muscolari l’ideale sarebbe l’applicazione topica con creme e unguenti, ma se proprio non si resiste all’idea d’inalare cannabis, anche per l’immediatezza degli effetti necessari in casi d’urgenza, il vaporizzatore risulta il metodo d’assunzione più adatto alle cure.

Lo spinello a scopo terapeutico funziona, ma è da considerarsi un metodo di cura primitivo. La terapia andrebbe affrontata a gocce di tintura o d’estratto concentrato, magari in olio d’oliva. Per dolori o contratture muscolari l’ideale sarebbe l’applicazione topica con creme e unguenti, ma se proprio non si resiste all’idea d’inalare cannabis, anche per l’immediatezza degli effetti necessari in casi d’urgenza, il vaporizzatore risulta il metodo d’assunzione più adatto alle cure.

Si tratta di una macchina in grado riscaldare delicatamente i vegetali, senza bruciarli, provocando l'evaporazione dei principi attivi e sicuramente rappresenta una delle maniere più responsabili d’assumere cannabinoidi. Affiorati sul mercato verso la fine degli anni ‘90, sono efficienti in buona parte dei casi e adatti ai polmoni sensibili, a chi ha malattie dell’apparato respiratorio, a chi non sopporta il fumo e  infine per i pazienti dal fisico molto debilitato che non vogliono gravarsi di tossine. Con il vaporizzatore, infatti, i principi attivi restando inalterati nelle loro caratteristiche, sono assunti nella forma più pura possibile e si evita lo sviluppo di prodotti della combustione potenzialmente cancerogeni e irritanti per l'albero espiratorio.

Grazie al vaporizzatore, poi, si evita la dispersione nell’aria come con il fumo di sigaretta. Il vapore, più leggero del fumo, arriva fresco nei polmoni e ci sta ancor più volentieri, evitando anche il danno determinato dal calore della combustione. Alcuni modelli, come il Volcano (raccomandato dal Ministero della Salute olandese), possono essere inoltre utilizzati per rilasciare l’essenza delle erbe nell’ambiente per l’aromaterapia, incontrando spesso il favore di chi non gradisce inalare.

L’efficacia del vaporizzatore nel fornire gli stessi livelli di elementi chimici terapeutici attivi, producendo gli stessi effetti biologici del fumo di cannabis, ma senza le tossine dannose, è stato certificato anche da una  ricerca dell’Università della California, a San Francisco ( "Marihuana Vaporizer Provides Same Level Of THC, Fewer Toxins, Study Shows" , 2007), pubblicato su Science Daily.

I vaporizzatori sono una garanzia per l’assunzione medica e le potenzialità nel ridurre al minimo i problemi respiratori sono evidenti anche secondo i ricercatori dell’Università di Albany (Usa), in un articolo pubblicato nel 2010 sulla rivista scientifica International Journal of Drug Policy, “Pulmonary Function in Cannabis Users: Support for a Clinical Trial of the Vaporizer”. È bastato un mese di osservazione su venti consumatori abituali di marijuana, sottoposti a sola assunzione attraverso vaporizzatore, per rilevare indicativi miglioramenti delle funzioni respiratorie, nonostante la marijuana pura generalmente non le pregiudichi anche via fumo e sia poco tossica.

Tecnicamente, il THC evapora al 155-177 gradi, gli altri cannabinoidi tra i 185 e i 190, mentre le tossine pirolitiche sono rilasciate dalla cannabis a 230 gradi, temperatura entro la quale sostanzialmente evaporano anche gli oli essenziali, i flavonoidi e fitosteroli. Regolando i vaporizzatore alla giusta temperatura, quindi, come evidenziato dalla studio “Cannabis Vaporizer Combines Efficient Delivery of THC with Effective Suppression of Pyrolytic Compounds”, pubblicato sul Journal of Cannabis Therapeutics nel 2004, è possibile curarsi senza tossicità. 

Il paziente, secondo le necessità, regolando il termostato, può decidere anche quali principi attivi inalare: solo il THC per un effetto energetico, per esempio, al mattino, anche il CBD per un effetto più rilassante, la sera.

Il processo di vaporizzazione può essere inoltre ripetuto più volte sullo stesso quantitativo, permettendo un’assunzione graduale, dopo aver nuovamente triturato il materiale vegetale, fino alla completa estrazione dei principi attivi. Ovviamente vaporizzandola più volte, la cannabis perde man mano potere terapeutico e gusto. La prima inalazione risulta eccezionale, la migliore, quella dove sono solo i cristalli di resina a evaporare, per poi piano piano intaccare con le vaporizzazioni successive anche la fibra vegetale. Con un microscopio si può facilmente notare quanta resina è ancora a disposizione, ottimizzando il consumo. L'osservazione con il microscopio, oltre ad offrire una visuale molto affascinante della marijuana, rende possibile l’analisi delle differenze qualitative dei farmaci, valutandone meglio la ricchezza. 

Una volta evaporata tutta la resina, l’erba disidratata rimasta può essere aggiunta, per esempio, al proprio compost per le piante e in un certo senso, per chi ha un approccio religioso alla cannabis, si tratta di un peccato più piccolo rispetto a quello di bruciarla.

Attendendo il giorno in cui anche l'Italia diventerà un posto civile e il vaporizzatore uno strumento dato in dotazione dall’Asl, al momento è possibile autocostruirlo (vedi Youtube) oppure, avendo due risparmi a disposizione, trasformarli buon investimento, in termini di salute e di portafoglio. Vi farà sicuramente fumare meno o smettere, e risparmierete su cartine, filtri, tabacco, guadagnandoci in salute e economia. Se, per esempio, un paziente fuma 1 grammo di marijuana il giorno, con l'ottimizzazione del consumo ottenuta con il vaporizzatore, mezzo potrebbe essergli sufficiente.

Personalmente, mi è capitato di riscontrare come lo stesso tipo di marijuana, nella cura del mal di schiena da postura scorretta, non agisse se inalata come fumo, specialmente se mischiata al tabacco, ma fosse in grado di far passare il dolore se assunta sotto forma di vapore, perché sblocca meglio la respirazione, donando il giusto sollievo. Sfruttando il controllo del corpo donato dalla cannabis e il fatto il vapore non infastidisca i polmoni, in caso di dolori alla schiena, per esempio, cerco d’indirizzare i cannabinoidi inalati verso il dorso dei polmoni, in corrispondenza del dolore, cercando di respirare muovendo la parte del corpo interessata dal male. 

Osservando un animale come il cane (gli animali sono generalmente più adattati alla vita sulla Terra rispetto all’uomo), noterete come respirando muova tutto il corpo, non solo la pancia, per la salute generale dell’organismo. Questo tipo di respirazione è molto naturale e salutare, e  per chi non riesce proprio a far senza, a causa di malattie o blocchi emotivi, può essere facilitata dal vaporizzare la marijuana riempiendo bene tutti i polmoni.

Non intaccando assolutamente l’apparato respiratorio, il vaporizzatore è uno strumento ideale anche per tutti quelli che amano sia l’attività fisica che la marijuana, per pulire i polmoni ed avere più resistenza. Si accompagna bene anche alla meditazione e a ginnastiche terapeutiche, come lo Yoga e il Tai Chi, attività fisiche particolarmente efficaci nel migliorare lo stato psicofisico e che possono entrare favorevolmente nel percorso di cura con la marijuana.

E
Exitable