Buenos Aires: inaugurata la prima biofabbrica di cannabis medica

Maria Novella De Luca
30 Mar 2022

La Provincia di Buenos Aires continua a progredire nella ricerca e nello sviluppo della cannabis per scopi medici e scientifici. Lo scorso 25 Marzo, infatti, sulla base di un accordo tra il Centro di ricerca ambientale (CIM, CONICET-UNLP-associato al CICPBA) e due aziende private, la Acción Mediática e Incubo Grow Tech, è stato inaugurato il Medical Cannabis Biofactory, la prima biofabbrica nazionale di cannabis medicinale che lavorerà nel Parco Industriale Privato di San Vicente a Buenos Aires.


Si tratta di un accordo di ricerca e sviluppo sulla coltivazione della cannabis a fini medico-scientifici, approvato con delibera del Ministero della Salute della Nazione.

L'avvio ufficiale è avvenuto, appunto, questo venerdì durante un atto che ha visto la partecipazione, tra le altre personalità, del direttore e vicedirettore di CONICET La Plata Gloria Chicote e Carlos Della Védova, il ricercatore CONICET al CIM Darío Andrinolo, e il ricercatore dell'organismo nell'Unità di Studi in Neuroscienze e Sistemi Complessi (ENyS, CONICET-UNAJ-HEC) Silvia Kochen, il sindaco di San Vicente, Nicolás Mantegazza e il ministro provinciale dello Sviluppo Agrario Javier Rodriguez.

Come sottolineato da Incubo Grow Tech, il team di professionisti partener del progetto, che offre soluzioni personalizzate per lo sviluppo di progetti sulla cannabis, l'iniziativa mira, da un lato, a generare progressi nella ricerca vegetale e, dall'altro, a sviluppare un metodo di variabili controllate che consenta di stabilire parametri di tracciabilità e qualità nelle colture.

Dopo la sua inaugurazione, sono state ricollocate circa 200 piante della coltura sperimentale che opera nella Facoltà di Scienze Esatte dell'Università Nazionale di La Plata (FCEx, UNLP). In questo modo, la Biofabbrica si inserisce nel panorama locale per valorizzare lo sviluppo tecnologico con l'obiettivo di promuovere e avvantaggiare i possibili usi della cannabis nella ricerca biologica e medica, e accompagnare l'incipiente crescita nell'area della produzione industriale. Il Medical Cannabis Biofactory sarà in grado di effettuare analisi genetiche delle diverse varietà per scoprire identità e variabilità genetiche. Inoltre, da Incubo Grow Tech, studieranno lo sviluppo, la genetica e i vari ceppi per poi lavorare insieme a laboratori interessati alla produzione di medicinali con la cannabis. Le piante rimarranno in vaso, al chiuso, senza essere piantate nel terreno. Utilizzeranno "un metodo di variabili controllate che consenta di stabilire parametri di tracciabilità e qualità nelle colture" come spiegato dall'azienda. 

“Ci deve essere un equilibrio tra ciò che la scienza può fornire e ciò di cui la società ha bisogno. La scienza deve essere al servizio della società” ha spiegato la dott.ssa Gloria Chicone, direttrice del Centro Scientifico Tecnologico del CONICET che, insieme alla dott.ssa Silvia Kochen, ricercatrice del CONICET, ha voluto sottolineare l'importanza della cannabis per la salute, lo sviluppo dei piccoli proprietari e il supporto scientifico per questo tipo di attività.

Il dottor Darío Andrinolo, ricercatore presso il Center for Environmental Research, che dipende dall'UNLP e da Conicet, ha evidenziato: "Quello che stiamo studiando qui è la variabilità genetica delle varietà di cannabis che vengono utilizzate per scopi medicinali nella regione. Questo è importante affinché sia ​​la coltivazione che l'industrializzazione rimangano nelle mani dei produttori locali. La cosa più veloce che dovrebbe raggiungere gli scaffali delle farmacie sono gli oli delle varietà di cannabis, che vengono utilizzati nel trattamento di malattie neurodegenerative o contro il dolore".

Grande entusiasmo per il nuovo progetto è arrivato anche dal Dott. Marcelo Morante, coordinatore del programma nazionale di ricerca sugli usi medicinali della cannabis presso il Ministero della Salute della Nazione. Il dott. Morante ha vissuto gran parte della sua vita afflitto dai pregiudizi classici sulla marijuana e, dopo 25 anni di pratica come medico è convinto che il consumo di cannabis nella storia dell'umanità, così come di altre sostanze spesso proibite, ha a che fare con i movimenti sociali che devono essere compresi.

"Quando devo approcciarlo come strumento terapeutico, capisco che fa parte della storia della medicina, lo vivo in modo naturale, non so quanto ne so sulla cannabis, ma so molto sul dolore " afferma. E nel suo libro, scritto insieme alla sorella Mariela dal titolo  Senza dolore. Storie intime di cannabis medicinale, spiega che "ascoltando i pazienti, si possono conoscere i benefici di uno strumento che Cina, India, Inghilterra e Germania hanno sempre utilizzato per i processi dolorosi, perché la cannabis fa parte della storia della medicina".

Per questo sottolinea che : “Oggi viviamo questi processi con grande gioia”

Come accennato, il progetto è stato installato a San Vicente, distretto pionieristico in materia poiché lì, grazie all'articolazione di diversi settori, è stata emanata la seconda ordinanza nel Paese in merito alla regolamentazione della cannabis. Sempre in quella città è stato creato il Programma globale per l'uso della cannabis medicinale, che opera dal 2019 nell'ospedale locale "Ramón Carrillo" da un'équipe interdisciplinare che accompagna i cittadini che fanno uso medicinale della pianta.

“L'articolazione tra ricerca e produzione è essenziale e consentirà miglioramenti. Sulla base di ciò, le prospettive sono di crescita. Oggi vediamo questa articolazione tra il settore privato e il sistema scientifico-tecnologico da cui si aprono prospettive molto interessanti”, ha concluso Javier Rodríguez, Ministro provinciale dello Sviluppo Agrario.

M
Maria Novella De Luca