L’oidio - Prevenzione e cura

Soft Secrets
08 Jun 2018

Adesso che entriamo nei mesi più freddi e più umidi dell’anno, gennaio può essere un momento difficile per coltivare, soprattutto se le cime sono in fioritura. Le condizioni ottimali outdoor possono essere di elevata umidità, il che significa che la stanza di coltura è alimentata da questa aria outdoor. In questi casi, si può formare oidio e provare danni al raccolto, se non viene trattato subito e in modo efficace. Segue una spiegazione migliore di ciò che è l’oidio, come vive e come prevenire che questa spora viva si attacchi alle vostre amate piante.


Adesso che entriamo nei mesi più freddi e più umidi dell’anno, gennaio può essere un momento difficile per coltivare, soprattutto se le cime sono in fioritura. Le condizioni ottimali outdoor possono essere di elevata umidità, il che significa che la stanza di coltura è alimentata da questa aria outdoor. In questi casi, si può formare oidio e provare danni al raccolto, se non viene trattato subito e in modo efficace. Segue una spiegazione migliore di ciò che è l’oidio, come vive e come prevenire che questa spora viva si attacchi alle vostre amate piante.

Cosa è l’oidio?

Magari entrate a vedere la vostra coltura indoor oppure uscite a vedere le piante outdoor, quando improvvisamente, da un momento all’altro notate una cosa simile a farina sulle foglie, come se ci fosse stata versata. Quando la togliete con il dito, sembra scomparire e se tornate un’ora dopo, la ritrovate. Purtroppo si tratta di un organismo vivo che è un tipo di muffa che si attacca come ospite indesiderato a foglie, gambi, fiori e frutti. Questa sostanza bianca polverosa che dà alla muffa un nome domestico è una muffa superficiale che copre la superficie del tessuto della pianta. La temperatura ottimale per lo sviluppo dell’oidio è fra i 20 e i 25 gradi centigradi e un’umidità relativa del 40% o superiore è la condizione ideale per la germinazione delle spore. Questa muffa preferisce anche crescere con bassi livelli di luce, motivo per cui in genere compare nelle coltivazioni attorno a novembre e fino a marzo. Se si considera dunque che questa spora può diffondersi nel giro di 72 ore dall’infezione iniziale, individuare i sintomi è assolutamente urgente. L’oidio - Prevenzione e cura

Come si presenta un’infezione da oidio?

La cosa più difficile quando si gestisce l’oidio è individuarlo precocemente, capire da dove è arrivato, per quanto possibile, e applicare strategie che consentano di assicurarsi che la muffa non si sviluppi all’interno della coltivazione. Bisognerebbe cercare macchie di polvere bianca sulle punte e sotto le foglie. Le macchie non sono uguali e possono variare da un puntino alle punte delle foglie della chioma e venire ricoperte da uno strato di oidio. Una volta che l’oidio si è attaccato alla pianta, il danno collaterale può ostacolare la crescita della pianta e con altre specie di piante può addirittura far diventare marroni le piante e a soffocare quasi la pianta. Quando l’oidio raggiunge le cime, significa che è l’ultima fase dell’infezione. Sulla base della mia esperienza nella coltivazione outdoor nelle zone montagnose della Spagna del sud, le notti possono essere estremamente fredde e umide, il che significa che tutte le piante, non solo la cannabis, possono essere gravemente attaccate dall’oidio. Man mano che la muffa cresce, la pianta sarà lentamente indebolita dall’infezione, pertanto, è fondamentale sapere come fermarla.

Da dove viene?

Se si può prevenire un problema, si può assolutamente trattarlo al contempo. L’oidio può arrivare alla coltura perché il vento ne trasporta le spore. Le condizioni in cui vivono queste spore sono quasi le stesse, a livello di temperatura, di quelle di una stanza di coltura a 20-24 gradi centigradi, ma poiché la muffa ha fisicamente bisogno di un’umidità del 40% o superiore, è fondamentale tenersi sulla linea sottile del 30% di umidità in fioritura con un flusso d’aria adeguato. In una stanza di coltura con temperature diurne di 24 gradi in fioritura e un’umidità del 30% con un buon flusso d’aria, di notte, dopo che tutte le luci, gli estrattori e i ventilatori vengono spenti, si crea nella tenda di coltura l’ambiente ideale senza flusso d’aria e umidità elevata. Molti coltivatori non capiscono che una volta che le luci e i ventilatori vengono spenti di notte, l’aria calda creata dalle luci non ha modo di essere espulsa o fuoriuscire. Di conseguenza, l’aria cambia struttura e le pareti della tenda s’inumidiscono. La muffa può derivare dalle stesse condizioni e qualsiasi coltivatore abbia avuto esperienza con raccolti in questi casi, con pareti umide, sa bene quanto si possa diffondere con facilità la muffa.

Come prevenire un’ulteriore infezione:

• Il flusso d’aria e la circolazione d’aria non favoriscono l’oidio, quindi quando distanziate le piante, fate in modo che l’aria possa circolare liberamente al di sotto e al di sopra del canopo. • Non mettete mai troppe piante se pensate che ci siano possibilità che la temperatura e l’umidità esterna possano creare problemi. Controllare un’infezione da oidio in una grande coltivazione sea of green o scrog a volte può sembrare impossibile. • Mantenete l’umidità relativa in fioritura al 30%. Fate in modo che quando le luci sono accese ci sia un filtro al carbonio o dei ventilatori che tengono l’aria fresca. Il ristagno d’aria non fa bene alla pianta, come anche il ristagno di nutrienti. • L’oidio attacca il tessuto morbido della foglia, quindi consiglio personalmente di aggiungere silicato liquido o terra diatomacea al substrato. Questo formerà una sorta di pelle liquida e rafforzerà la foglia che diventerà più resistente alla muffa. • Evitate di usare elevate quantità di Azoto quando irrigate verso la fase di fioritura. Questo eviterà che le nuove foglie siano morbide e più esposte agli attacchi. • Non alimentate mai le foglie o nebulizzate le piante la sera tardi o durante la fase di fioritura. Questo crea solo le condizioni di caldo e umidità di cui hanno bisogno le spore per svilupparsi e l’accumulo di umidità all’interno del canopo non è mai una buona idea. • Una volta trovata la fonte dell’oidio, tagliatela con delle forbici sterili e gettate il tessuto infettato in pattumiera. Assicuratevi poi di pulire le forbici con della candeggina o del perossido per essere certi di aver ucciso la spora completamente. • È noto che elevati livelli di U.V. uccidono i virus in condizioni di laboratorio, ecco perché sono una soluzione naturale. In Giappone c’è molta consapevolezza dei benefici delle luci U.V. e le si utilizza persino sulle maniglie delle porte della maggior parte degli hotel e dei luoghi pubblici. • Esistono diversi rimedi domestici per fermare l’oidio. Probabilmente ne avete già sentito parlare in soluzioni nutrienti saponacee, a base di bicarbonato, limone e succo d’arancia per gli elevati livelli di acidità, o persino a base di latte. Vi consiglio di esplorare questi rimedi più che potete, perché la linea è molto sottile fra l’incoraggiare e lo scoraggiare l’oidio. Stoney Tark
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