Marijuana Tea Party

Soft Secrets
12 Oct 2017

A Londra a febbraio verrà riesaminato nella Camera dei Comuni il disegno di legge per la legalizzazione della Cannabis. Il testo presentato è sottoscritto dal deputato Paul Flynn, deputato del Partito Laburista rischia pero’ di non riuscire ad essere approvato senza il sostegno del Governo, nonostante il deputato stesso abbia addirittura fatto appello alla “compassione” degli altri membri del parlamento inglese nei confronti di tutti quei malati che hanno diritto e bisogno di potersi curare con la marijuana terapeutica.

Nel frattempo ieri a Londra si è svolta una manifestazione di fronte al palazzo di Westminister durante la quale i sostenitori della legge hanno organizzato un "tea party" a base di marijuana.

L’evento ha avuto luogo con l’appoggio di attivisti del Partito liberal democratico inglese oltre ai deputati laburisti Paul Flynn e Tonia Antoniazzi ed è stata organizzata dall'Alleanza dei pazienti Uniti (UPA), i cui membri soffrono di malattie come epilessia, malattia di Crohn, sclerosi multipla o depressione.

I sostenitori della marijuana hanno offerto cibo e bevande un po 'speciali per promuovere la legalizzazione della cannabis medica, sostenuta dal Parlamento.

Fino ad oggi il solo possesso di cannabis in Inghilterra è punibile con fino a cinque anni di carcere e la produzione o la fornitura di cannabis può costarne fino a 14.

Fanno eccezione alcuni prodotti, come il Sativex, i cui principi attivi sono derivati della cannabis, i quali sono già ammessi nel Regno Unito per alleviare alcune patologie.

Nonostante questo restano inscritti nella categoria B, nella quale rientrano anfetamine, barbiturici e cannabis, una ragione in più per cui gli attivisti sostengono che i trattamenti contenenti THC (tetraidrocannabinolo, la sostanza principale effetti psicotropi della marijuana) hanno lo stesso diritto di essere utilizzati.

Un altro punto critico della legislazione inglese riguarda gli accordi sul trattato di Shengen, precisamente sull’articolo 75, il quale permette ai malati di viaggiare in un altro paese (compreso il Regno Unito) con i propri medicinali, inclusa la cannabis, se muniti di un valido certificato medico che vale 30 giorni.

Al contrario un cittadino britannico che, non solo non puo’ farsi prescrivere un medicinale a base di cannabis in un altro paese e rientrare nel Regno Unito, ma rischia di essere perseguito penalmente, a causa della categorizzazione in Classe B, seconda solo alla classe A in cui troviamo eroina, crack e cocaina.

La nuova legge permetterebbe dunque non solo di legalizzare l'uso personale di marijuana ma “renderebbe anche più facile la possibilità di fare ricerca sula cannabis", ha dichiarato Flynn ai giornalisti.

Senza esserne lui stesso consumatore, il deputato ha espresso chiaramente che "il divieto non funziona" e che "gli effetti negativi (del farmaco a base di cannabis) sono leggeri e gli enormi benefici per i pazienti", come ha testimoniato uno dei membri della UPA, Alex Fraser, 26 anni, che soffre del morbo di Crohn, che ha dichiarato: "ho notato subito che mi ha aiutato con il sonno , a mangiare, a ridurre la mia nausea e diminuire il dolore ". Da allora, lo prende regolarmente, ma deve provvedere illegalmente e aggiunge: "vorrei poter smettere di nascondermi".

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