Non sarà nel contratto di Governo ma...

Soft Secrets
08 Apr 2019

L'onorevole che vuole legalizzare la cannabis


Il 2019 si apre con un Governo ancora saldo al controllo del nostro amato paese alla deriva. Un paese di santi e di pagliacci, di buona fede e d'intrallazzo, d'incondizionato altruismo in mezzo ad un mare nauseabondo di approfittatori e corrotti. La coalizione verde stellata, per il momento, si è rivelata abbastanza coesa per portare avanti il proprio "progetto di riforma", i dissidi interni esistono, ma la sacra condivisione del potere sembra basarsi oggi giorno sopra una rivoluzione sorprendente del metodo amministrativo, un vero "cambiamento" verso la mediocrità: l'opinione pubblica propone un dibattito circa un tema nevralgico, ad esempio, come la regolarizzazione del consumo di cannabis? La risposta come per altre patate bollenti è sempre la stessa: "Non è nel contratto di Governo".

A gennaio però, un senatore ha provato, con i mezzi delle istituzioni e tramite un Disegno di Legge [Ndr. DDL], a lanciare un chiaro messaggio verso la propria maggioranza: si chiama Matteo Mantero, è savonese e nella scorsa legislatura si era già impegnato su un altro grande tema etico come il testamento biologico. Abbiamo voluto quindi incontrare questo onorevole per domandare il come ed il perché abbia voluto gettare questo sasso legislativo nello stagno del dibattito politico. Ecco quanto ci ha risposto.

SSIT: Il DDL presentato a gennaio torna a far sperare gli attivisti pro-cannabis per una finalmente benvenuta normalizzazione del rapporto fra questa pianta e la società italiana. Perché ha sentito l'esigenza di presentare questo DDL?

 un tema che abbiamo portato avanti con una battaglia parlamentare anche nella scorsa legislatura. In quel caso riuscimmo a migliorare l'aspetto terapeutico, prevedendo la rimborsabilità su tutto il territorio nazionale per i pazienti che utilizzano questa terapia, l'aspetto del consumo personale ludico, invece, non venne affrontato. Personalmente ritengo questo tema non marginale, perché dal punto di vista della sicurezza pubblica riguarda risorse dello Stato, al momento sprecate, visto che combattere il consumo di droghe leggere toglie risorse investigative a più alti livelli e visto che la non depenalizzazione, come dicono anche alla Direzione Nazionale Antimafia, favorisce la criminalità organizzata. Il discorso è anche di tutela della salute pubblica visto che la sostanza auto-prodotta presenta maggiori garanzie qualitative rispetto a un prodotto acquistato al mercato nero.

SSIT: Nella forma associata tipo Cannabis Social Club spagnoli, si prevedono massimo 30 persone, per quale motivo? Il massimo di piante per CSC sarà quindi di 90 piante?

Esatto. Il principio è quello della libertà individuale di auto produrre le proprie piante. In Spagna l'idea di CSC spesso è stata stravolta e frequentemente non sono più luoghi di coltivazione condivisa, ma meri luoghi di smercio e di vendita. Il basso numero di associati previsto serve a tutelare il concetto di base senza che venga sfruttato dalla criminalità organizzata per coprire attività di spaccio o per pulire denaro sporco. Il numero proposto è comunque indicativo: questo DDL è un testo di partenza, una bozza, e siamo aperti a tutti gli stimoli, spunti e modifiche, ma in questo caso l'idea era quella di tutelare il concetto di produzione associativa.

SSIT: Perché viene previsto che anche la coltivazione domestica individuale debba venire segnalata alla Prefettura? Se questa condotta non è nociva, anzi etica, perché questa necessità burocratica?

Credo sia corretto che le forze dell'ordine abbiano sotto controllo questo tipo di produzione. La comunicazione serve ad evitare che vi siano abusi, ma anche qui sono disposto ad ascoltare la società civile. L'idea era semplicemente che, almeno all'inizio, si potesse avere un controllo del fenomeno per monitorare la produzione di sostanza, ma questo aspetto potrà essere certamente modificato.

SSIT: Perché il divieto di fumo in spazi pubblici? Non le sembra un retaggio del proibizionismo che invece si vorrebbe lasciare alle spalle?

Penso che la libertà di ognuno si arresti dove cominci quella del prossimo e quindi non ritengo opportuna la libertà di fumare in spazi pubblici perché il fumo passivo potrebbe nuocere a chi non ha niente a che spartire con la cannabis. Io sono anche per il divieto del fumo di sigarette in pubblico e proprio per lo stesso ragionamento.

SSIT: Secondo lei questo DDL verrà mai discusso in Parlamento?

Questo DDL è stato presentato conoscendo le difficoltà che si incontreranno per portarlo avanti visto e considerato l'attuale asse di Governo. La mia volontà era quella di stimolare una discussione almeno per riportare il tema in agenda pubblica. Io spero si arriverà alla discussione in Parlamento anche se probabilmente non nell'immediato. Nel mio piccolo avrò almeno cercato di fare informazione su una questione di buon senso. Non tutti i colleghi della Lega hanno infatti la stessa visione di Salvini e di Fontana e credo che per quel che riguarda il vicepremier la sua sia una posizione più propagandistica che reale. Ho parlato con colleghi dentro e fuori il Movimento 5 Stelle cercando, con un'operazione di "moral suasion", di allargare i consensi affinché questa proposta sia sostenuta da un arco parlamentare più ampio possibile. Da un lato sarò interlocutore della società civile per eventuali migliorie al testo e dall'altro lato mi attiverò verso i miei colleghi per raggiungere una consapevolezza trasversale sul tema.

SSIT: Di Maio ha detto che l'idea del DDL è buona, ma non è contenuta nel contratto di Governo, Salvini ha affermato che non passerà mai. Come giudica le dichiarazioni dei due vicepremier?

Per quel che riguarda Salvini me lo aspettavo, la sua però, non è una posizione condivisa, ma meramente politica. Certo Fontana e il popolo della famiglia come elettorato di riferimento non aiutano. Per quel che riguarda Di Maio mi ha fatto piacere la posizione di apertura espressa, una posizione favorevole a ragionare sulla tematica anche perché non necessariamente Governo e Parlamento debbono andare nella stessa direzione, soprattutto su temi riguardanti diritti civili come questo, dove sarebbe più opportuno trovare maggioranze più ampie. Il Governo dovrebbe semplicemente astenersi dagli atti d'iniziativa parlamentare ed il Parlamento riprendere il suo ruolo legislativo come nella scorsa legislatura è avvenuto per gli eco-reati e per il testamento biologico, senza che il Governo ne risentisse.

SSIT: Come crede possa influire la società civile in questa battaglia di modernità. Come può la società civile sostenere il suo DDL?

Credo che la società possa dare un aiuto molto importante. In questo momento è al lavoro alla Camera un provvedimento per l'istituzione del referendum propositivo e per l'abbassamento del quorum per presentarlo [Ndr. Nella nostra legislazione i referendum sono attualmente esclusivamente abrogativi]. Quello potrebbe essere un ottimo strumento per dare forza alla cittadinanza. In quel caso il Governo sarebbe costretto ad adeguarsi alla volontà popolare e sarebbe un'ottima maniera di inaugurare questo strumento.

SSIT: Crede avrà più possibilità di passare alla discussione parlamentare il suo DDL o la proposta di istituzione del referendum propositivo?

Probabilmente la seconda, ma noi proveremo tutte le strade.

SSIT: Il tema cannabis è quanto di più trasversale esista nella società italiana. I suoi consumatori hanno tutte le età, hanno impieghi differenti e appartengono a tutte le classi sociali. Perché tale trasversalità non si riesce a coagulare anche a livello dei nostri rappresentanti?

In questo momento l'asse di Governo è formato da due forze che hanno due posizioni differenti sul tema. C'è da dire poi, perché l'ho visto nel lavoro sul testamento biologico, che la società civile è molto più avanti rispetto ai propri rappresentanti.

SSIT: Se la Lega ha il popolo della famiglia come riferimento, ma nel vostro elettorato sono tanti quelli che si auspicano una legalizzazione completa della cannabis o almeno una depenalizzazione immediata della coltivazione domestica. Perché ultimamente il blog di Beppe Grillo ha ricominciato a parlare di cannabis se questo tema tanto importante non è stato inserito preventivamente nel famigerato contratto di governo?

Beppe Grillo è sempre stato un visionario e un uomo di cultura e ha portato avanti battaglie anche lungimiranti che poi si sono rivelate di buon senso. Nel suo blog porta avanti la sua visione che non necessariamente coincide con il contratto di governo. L'idea che la depenalizzazione dell'uso personale della cannabis sia l'unica strada per sconfiggere la criminalità e tutelare la salute dei consumatori è condivisa da molte personalità autorevoli.

SSIT: Ha mai parlato personalmente al vicepremier Salvini del suo DDL? Pensa di farlo?

No, non ho parlato con Salvini, ma sono a sua disposizione per spiegargli nel dettaglio la proposta e i suoi effetti, sono sicuro che i dati smonterebbero tutti i pregiudizi.

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