Piccoli capolavori in esterna

Soft Secrets
07 Apr 2017
In questo numero voglio riportare un’intervista sul microgrowing che feci qualche mese fa durante una Cannabis Cup. Il microgrowing è la coltivazione in spazi estremamente ridotti. È una pratica relativamente recente nata grazie ad appassionati grower impossibilitati a coltivare nel canonico metro quadrato, spesso per mancanza di spazio o per necessità di segretezza. Addirittura ho visto coltivare in un case da computer, le classiche tower che andranno sparendo tra qualche anno. Gli spazi necessari allo sviluppo delle piante sono sempre più piccoli, complice l’avvento dei led tra le luci da coltivazione disponibili sul mercato. Viene da sé immaginare le possibilità di operare con delle fonti di luce che non scaldano, se dalle HPS si passò alle CFL, ora i led dominano incontrastati il mondo della micro coltivazione. Negli anni passati già scrissi sul microgrowing, intervistai addirittura un altro micro coltivatore, ma questa volta la persona che ho incontrato sorprendentemente coltiva indoor e outdoor alla stessa maniera con i medesimi accorgimenti. Andiamo a leggere le sue risposte alle mie domande, sicuramente saranno piene di preziosi consigli per noi appassionati. Piccoli capolavori in esterna 1

SSIT: Presentati ai nostri lettori, chi sei e cosa fai.

Sono un coltivatore hobbista di cannabis e mi piace fumare. Vivo dove è illegale coltivare più di una pianta a testa, vorrei dire anzi è illegale anche una sola pianta ma la polizia tollera i numeri esigui perché qua a parte mia moglie fumano tutti. Mia moglie è la causa della mia specializzazione in microgrowing. Viviamo in un appartamento molto piccolo e non vogliamo sacrificare una stanza al mio hobby. In più, i miei genitori e i suoi sono spesso qui da noi in visita, quindi non è proprio fattibile in casa nostra. Inizialmente avrei voluto montare in un angolo del bagno una piccola growbox, ma tra la doccia e l’inagibilità del bagno ho deciso di cercare una soluzione su internet. In un forum ho trovato la soluzione che cercavo e ho iniziato con un piccolo armadietto sotto la scrivania.

Il microgrowing è diventato per te un hobby, ma nasce come necessità, giusto?

Sì, inizialmente volevo esser discreto. Sono un fumatore del weekend, non consumo grandi quantità e preferisco certamente il sapore all’effetto. Devo dire che però col tempo ho ricevuto grandi apprezzamenti dagli amici con cui fumo. Un giorno decisi di andare ad una Cannabis Cup e portare con me due o tre fiori da far assaggiare ai partecipanti e portarmi a casa il parere di qualcuno più esperto. Beh non voglio tirarmela ma la mia erba è piaciuta a tutti! Quindi ora sono un appassionato felice del mio bel hobby.

Veniamo al tuo hobby, parlaci ora delle tue tecniche di coltivazione che interessano tantissimo a chi vuole cimentarsi nell’arte dei “bonsai cannabici”.

In realtà io sono un microgrower perché coltivo in un armadietto di 20x40 con una piastra a led dell’IKEA però, tieniti forte CBG, coltivo anche sul davanzale in un vaso da tre litri e mezzo.

Quindi il mio paragone col mondo dei bonsai è azzeccato se ci dici che coltivi in un vasetto dello yogurt.

Certamente! Dovresti vedere che piante tozze e vigorose che riesco a far crescere in un vasetto così piccolo. Non so se è proprio microgrowing perché comunque ho più spazio di una scatola minuscola, però raccolgo sempre più di cento grammi dal mio davanzale con un vaso così piccolo. Ti dirò la fatica è doverlo bagnare due volte al giorno e quando il sole picchia forte anche tre volte. Devo sempre lasciare un sottovaso con dell’acqua che ovviamente sparisce a vista d’occhio. Indoor invece ho provato anche un bubbler grazie ad una guida trovata online, credo si chiami bubbler il DWC con la pietra porosa sul fondo. Ho ottenuto bei risultati ma preferisco la terra e un paio di pote in più. Piccoli capolavori in esterna 2

Andiamo però con ordine perché i nostri lettori sono famelici di dettagli. Parlaci prima del tuo armadietto e poi di come hai traslato il microgrowing outdoor.

Va bene, cominciamo dal mio armadietto indoor. Ho detto già che per motivi di discrezione devo mantenere tutto nascosto in una specie di comodino sotto la scrivania, unico pertugio libero da sguardi indiscreti. La mia scelta è di lavorare in terra, con fertilizzanti biologici. Sempre do questo consiglio perché la differenza con un’erba minerale è notevole. Pensa che agli inizi feci due raccolti con dei prodotti blasonati ma dovetti farci del burro e una space cake: mai più minerale né liquido né solido. Tornai immediatamente al biologico, gettando nel cesso i fertilizzanti rimasti e cambiando growshop. Senza fare nomi addirittura il growshopparo mi fece complimenti per il mio raccolto! Vabbè, i gusti sono gusti come dice chi beve vino da tavola. Ma torniamo a come coltivo, si è capito mi piace la terra e il biologico. Preferisco il vero sapore delle erbe come anche tu sempre ribadisci nei tuoi articoli. Utilizzo la terra bat mix perché viene miscelata dalla fabbrica con del guano, che come tutti sanno è ricco in fosforo. Aggiungo della perlite espansa per alleggerire il terriccio e poi niente, ho la fortuna di avere un amico con una pianta madre che mi regala uno o due cloni alla volta da poter fiorire. Se è primavera mi regala due cloni per poter coltivare sul davanzale, il resto dell’anno mi porta sempre un esemplare basso e molto ramificato come sa che piacciono a me. Il resto è solo stare attento che le piante bevano e non abbiano problemi tipo oidio o ragnetti rossi che sono l’unica mia preoccupazione.

Interessante la tua descrizione, soprattutto il tuo commento sulla nutrizione biologica delle piante, descrivici però il tuo setup tipo luci, areazione…

La luce è una piastra a led comprata all’IKEA, consuma pochi Watt e rende una luce non so a quanti K però le piante crescono vigorosissime e formano cime piccole ma durissime. Il ricambio d’aria è garantito da una ventolina da computer abbastanza potente e silenziosa. Vuoi sapere la cosa bella? Utilizzando una luce a led da pochi Watt riesco a raccogliere facilmente un grammo a Watt, come i migliori professionisti!

Mi sembra di capire non usi filtri ai carboni attivi: non hai nessun problema di odori molesti?

No, lascio sempre un profumatore d’ambienti vicino all’uscita della ventolina così che l’aria in uscita possa prender profumo di pulito. Poi ho notato che se non tocco le cime non fanno granché odore… sono veramente pochi grammi in totale, ma che sapore!! Mentre sul davanzale non ho problemi perché siamo all’ultimo piano e anche lì non si tratta che di quantità esigue. Piccoli capolavori in esterna 3

Parlaci invece del tuo microgrowing outdoor, hai detto che utilizzi un vaso da 3,5 litri sul davanzale.

Sì, utilizzo un vaso piccolino che ovviamente d’estate devo bagnare più volte al giorno, soprattutto quando fa molto caldo o quando tira il vento.

Cosa significa micro coltivare in esterni?

Il microgrowing outdoor è secondo me la capacità di coltivare sul davanzale negli angoli più piccoli anche magari tra le piante aromatiche per occultare meglio le nostre ricercatissime amate piante di cannabis. Le differenze con il microgrowing indoor sono notevoli, sul davanzale devo solo preoccuparmi di potare i rami e rimuovere la maggioranza delle cime ad inizio fioritura. Con l’esperienza ho imparato a lasciare poche cime sulla pianta, anche una sola e spesso non è nemmeno l’apicale. Chiaro che la produzione ne risente, ma non è la quantità l’obiettivo di noi micro coltivatori.

La potatura deduco sia l’intervento più importante che effettui sulla tua pianta.

Sì, giustissimo! Perché con un vaso così piccolo la riserva di acqua disponibile è troppo poca e le piante arriverebbero a sera in forte stress idrico. Quindi preferisco potarle rimuovendo anche le foglie più grandi o più vecchie così da lasciare meno tessuti verdi bisognosi d’acqua sulla pianta. Un altro dettaglio sarebbe rimuovere la maggioranza delle cime ad inizio fioritura così che la pianta si trovi con pochi apici su cui convogliare le forze.

Quali altri accorgimenti ti sentiresti di consigliare a chi vuole cimentarsi nella micro coltivazione?

Innanzitutto vorrei ben chiarire perché si coltiva in micro: perché non abbiamo spazio. Chi è un forte consumatore o ha bisogno di alte dosi terapeutiche dovrebbe approcciarsi alla coltivazione da un altro fronte perché il microgrowing è per hobbisti appassionati bisognosi di piccole quantità da piccoli spazi. Detto questo consiglio di optare per gli strain più compatti, come quelle indica. Sarebbe bello averle di taglia nana ma produttive però so che non è esattamente ciò che cercano i breeders per cui mi metto il cuore in pace e vado selezionando tra i cloni che mi regalano.

Hai detto taglia nana però come dici tu non è un obiettivo del breeding. Hai mai provato con le autofiorenti nane? Oppure hai mai pensato a creare una tua linea di piante di taglia adatta a te?

No, non ho mai avuto tra le mani semi di auto fiorenti nane purtroppo. Ma non credo neanche di sapere dove andare a prenderle perché sui cataloghi leggo taglia XL, grandi piante… e comunque potendo scegliere non vorrei una auto fiorente nel mio giardino perché non mi son mai piaciute. Forse in un futuro saranno migliori, chi lo sa. Avrei forse delle riserve nel potarle perché so che vanno dirette fino a fine fioritura e avrei paura a tagliarle e perder tutta la produzione, che come ho già detto è modesta. Piccoli capolavori in esterna 4 Sul breeding invece devo dirti che non saprei nemmeno da dove iniziare: purtroppo lo spazio è quel che è e non potrei portar innanzi nessun progetto. Chissà poi se al mondo qualcun altro sarebbe interessato… Grazie per le tue risposte, saranno sicuramente d’ispirazione a chi vuole approcciarsi al mondo del microgrowing. Buone fioriture, a te e a tutti i nostri lettori! di CBG
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