Controlli, prelievi e analisi sulla cannabis, intervista al Dott. Alfonso Gallo

Soft Secrets
05 May 2019

Intervista al Dott. Alfonso Gallo dell'Istituto Zooprofilattico Sperimentale del Mezzogiorno inerente la situazione attuale e futura su campionamenti, controlli e analisi alla cannabis


Intervista al Dott. Alfonso Gallo dell'Istituto Zooprofilattico Sperimentale del Mezzogiorno inerente la situazione attuale e futura su campionamenti, controlli e analisi alla cannabis

Abbiamo intervistato nella giornata di ieri il Dott. Alfonso Gallo, dell'Istituto Zooprofilattico Sperimentale del Mezzogiorno di Portici (NA), che ci ha illuminato prima durante la conferenza del 4.20 Hemp Fest e poi direttamente ai nostri microfoni sulla situazione di analisi e controlli sulla cannabis.

LA NORMATIVA

Secondo quanto riferito dalla Legge 242/2016, la normativa vigente prevede che il prelievo dei campioni e le successive analisi siano a cura esclusivamente dei Carabinieri Forestali, mentre il regolamento comunitario 1152/2017 prevede l'esatta tipologia di campionamento. In Italia, tuttavia, è stato definito che devono essere campionate fino al 30% delle coltivazioni sul territorio nazionale da effettuarsi in orari diurni alla presenza del coltivatore in modo da prelevare fino ad un massimo di 50 piante. Il campionamento deve essere svolto per singola varietà e per singola particella destinata alla coltivazione, tenendo presente che spesso vengono sperimentati all'interno di essa più varietà che finiscono nella medesima particella. Le forze dell'ordine, tracciando delle linee perimetrali, provvedono ad un prelievo in vari punti del terreno. La 242/2016 prevede che venga lasciato all'agricoltore un medesimo campione per ogni pianta che viene prelevata, in modo da fornire l'eventuale possibilità di difendersi allo stesso produttore, in caso vengano sforati i limiti di legge. Tuttavia, spesso non viene seguita questa esatta prassi. Secondo i consigli del Dott. Gallo, l'ideale sarebbe la presenza di un terzo campione per eventuale confronto con gli altri due che saranno sottoposti ad analisi, in modo da dimostrare il valore reale.

LA CONSERVAZIONE DEL CAMPIONE

La gestione del campione spesso non viene sistemata nel modo più adeguato, poiché la pianta di canapa è facilmente fermentescibile, ossia che può subire rapide alterazioni, perciò sarebbero necessarie istruzioni chiare sul mantenimento dei campioni fino al momento delle analisi di laboratorio. La migliore soluzione per mantenere il più possibile intatto il campione è rappresentato dal congelamento dello stesso, con successivo sigillo che va apposto e mantenuto fino al giorno delle analisi. La canapa dovrà essere essiccata ad una temperatura inferiore ai 70°C, in modo da non alterare i cannabinoidi. La normativa prevede delle campionature da effettuarsi esclusivamente in pieno campo, non è previsto né in green house, né in indoor secondo la norma europea, quindi dovrà essere effettuato un calcolo sulle pianti presente per i prelievi. In Campania l'Istituto Zooprofilattico Sperimentale del Mezzogiorno sta provvedendo alla formazione delle forze dell'ordine sulla tematica, tenendo presente che esse stanno avendo un approccio non più repressivo, ma atto a verificare la liceità della coltivazione, tenendo presente che, allo stato attuale, la norma è incentivante e di promozione. E' quindi indispensabile una coordinazione ed un venirsi incontro da ambo le parti.

I PRODOTTI SFUSI

Per quanto riguarda i prodotti sfusi e confezionati non esistono delle vere e proprie procedure normate. Le aziende dovranno occuparsi direttamente di fornire tutti i dettagli precisi inerenti quantità e lotti di produzione con le forze dell'ordine che dovranno provvedere ad un numero equo di campioni da prelevare per i risultati delle analisi. Le aziende dovranno comportarsi in modo sempre più maturo e responsabile, visto che è noto che l'uso tecnico non viene del tutto rispettato dal consumatore finale. In particolar modo sarà necessario che le aziende provvedano ad analizzare tutti i patogeni eventualmente presenti per non arrecare danno al consumatore finale, con un approccio che dovrà essere simile a quello che viene rivolto alla produzione di erbe aromatiche. Per il punto di vista alimentare, secondo quanto riferisce Gallo, sta proseguendo da parte dello Stato il limite di THC negli alimenti. L'invito dell'esperto è, soprattutto, di non dare indicazioni su prodotti alimentari che, nonostante in parte siano dimostrati effetti benefici, non hanno però ricevuto approvazione da parte del Consiglio Superiore della Sanità. L'appello finale alle aziende del Dott. Gallo, inerente i cannabinoidi, è di provvedere ad una conservazione giusta anche in catena di trasporto in modo da non alterare gli stessi, riferendosi ai metodi utilizzati per la farmacologia europea, in particolare per il consumatore finale di derivati di CBD. In futuro i controlli vireranno su contenuto di cannabinoidi e genetica. Prendendo ispirazione dai controlli effettuati in Svizzera, con la sola eccezione dei limiti di legge che sono differenti, che hanno dimostrato una loro buona efficacia. I controlli genetici, invece, riguardano direttamente le varietà che devono rappresentare le sementi certificate europee, uniche ammesse per la coltivazione. Secondo quanto riferito dal Dott. Gallo, questi ultimi dovrebbero partire presumibilmente nei prossimi 3 anni.

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