Spagna anti Cannabis, no alla libertà della pianta

Marco Ribechi
21 Oct 2021

Il Congresso spagnolo boccia la proposta di regolamentazione della Cannabis. Non ce l’ha fatta l’iniziativa presentata dalla coalizione Unidas Podemos che proponeva la regolamentazione e il controllo globale della cannabis negli adulti riguardo il possesso, il consumo nella sfera privata e negli spazi autorizzati, nonché la loro coltivazione, distribuzione e vendita


Con 263 voti contrari, 75 favorevoli e 9 astenuti è stata bloccata la proposta di regolamentazione della Cannabis presentata dalla coalizione Unidas Podemos (leggi l'articolo). Ma il fondatore di Podemos, Íñigo Errejón, non ci sta e continua a difendere le sue posizioni. Nel suo discorso infatti ha lamentato l’opposizione del gruppo socialista specificando che la regolamentazione non sarebbe uno stimolo al consumo e che bocciarla non significa bloccare la Cannabis in Spagna ma, al contrario, vuol dire aiutare il mercato nero. «L’utilizzo della Cannabis nel paese è un dato di fatto, non si possono attuare politiche sanitarie con delle attività che si svolgono in clandestinità».

La proposta tendeva a porre in rilievo "il valore universale, culturale, sociologico, ricreativo, medicinale, commerciale e industriale della pianta Cannabis Sativa L in tutte le sue varietà". Per quanto riguarda l'uso individuale il testo stabiliva i limiti di possesso in 12 esemplari di sesso femminile nelle piantagioni all'aperto e un massimo di 3.650 grammi per la conservazione del fiore essiccato o 1.000 grammi quando viene estratto in resina. Avrebbe consentito inoltre di trasportare su strade pubbliche in modo nascosto e senza ostentazione fino a dieci volte la quantità necessaria di consumo giornaliero. Il testo disciplinava e definiva anche la coltivazione professionale, che richiede la preventiva autorizzazione delle pubbliche amministrazioni, e gli usi medicinali o terapeutici. Inoltre era prevista una Tassa Speciale sulla Cannabis, un'imposta massima del 35% sul prezzo finale di vendita al pubblico e dalla quale sarebbero stati esclusi gli usi medicinali e terapeutici.

 Errejón difende in Parlamento la sua proposta
Errejón difende in Parlamento la sua proposta

Errejón aveva annunciato la proposta come una degli obiettivi stellari del suo partito che avrebbe posizionato la Spagna alla testa dell'Europa e seguendo il ritmo di altri paesi avanzati come l'Uruguay o il Canada. Il leader di Más País ha difeso la sua proposta su tre aspetti: salute, economia e libertà. Nel primo, perché è un'attività che muove miliardi all'anno in clandestinità e si stima che la sua regolarizzazione potrebbe creare fino a 100.000 posti di lavoro diretti e una raccolta di 3.300 milioni di euro l'anno. Errejón ha aggiunto che la proposta include la creazione di un'Agenzia statale e una tassa speciale fino al 35% per finanziare la salute pubblica. «È già stato provato che l’aumento della proibizione e delle sanzioni non ha fermato il traffico illegale, è il momento di tentare una nuova strada»

Tra ii detrattori più accaniti il deputato Isidro Martínez Oblanca, del Foro Asturias, che ha sottolineato che "le droghe schiavizzano, distruggono e uccidono". Né Errejón ha condiviso l'opinione del deputato del PNV, Josune Gorospe, che nonostante abbia difeso la politica di riduzione dei danni del consumo di cannabis, ha affermato che la proposta è stata realizzata con troppa fretta: «Sembra più una proposta omnibus che una proposta ben congegnata, prenditi il ​​​​tuo tempo» avrebbe detto il deputato. infine il deputato Daniel Vicente, del PSOE, ha descritto la proposta come "una legge mal fatta e senza valore legale". Sembra che tra tutti i motivi sia stato proprio questo aspetto a bloccare la proposta lasciando per strada l’ennesima iniziativa di liberalizzazione della Cannabis. 

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Marco Ribechi